E se Yahoo comprasse il New York Times? L’ipotesi non sembra fantascienza. Anzi. Il quotidiano più prestigioso degli States, tra l’altro, è in crisi da un po’.
Lo riporta Repubblica: Vittorio Zambardino, sul suo blog, Scene Digitali, rilancia l’ipotesi fatta da Barron’s. L’idea sarebbe frutto delle strategie della nuova CEO di Yahoo, Carol Bartz. Nulla, ancora, è definito o ufficiale, ma il mercato e gli analisti stanno cominciando ad interrogarsi sul senso di una simile mossa. Il passaggio dal mondo del web alla dimensione editoriale – per di più di estremo spessore, dato che si tratta appunto del New York Times – avrebbe pro e contro. E certo sarebbe estremamente significativo dal punto di vista dei cambiamenti in atto nel mercato. Ma Yahoo se lo può davvero permettere?
Il punto è un altro. Zambardino stesso, nella sua analisi, fa spuntare l’ipotesi Microsoft. Perché l’ipotesi non è ancora stata accantonata, e Yahoo potrebbe essere l’interfaccia contro Google nella strategia di Bill Gates, alla quale manca quello che fa girare Internet: i contenuti. Leggere che un grande giornale possa essere la pedina di questo gioco di mercato farà male ai romantici, ma ha le sue solide basi di veridicità. Perchè i protagonisti sono, ormai da tempo, altri.
Anche perchè Microsoft sta vivendo un periodo cruciale. Solo pochi giorni fa ha annunciato il taglio di ben 5mila posti di lavoro. 1.400 subito, gli altri entro un anno e mezzo. Ed è contemporanea la notizia che Yahoo – che invece non taglia – sceglie (prima decisione non esattamente popolare della Bartz) di congelare gli stipendi dei 14 mila lavoratori per fare fronte alla crisi. La strategia di Yahoo – congelare gli stipendi e poi pensare ad investire nell’acquisto di un grande quotidiano – si spiegano probabilmente con due ragioni.
La prima è umana: Carol Bertz è una donna di ferro. 60 anni e un carattere da fare invidia all’uomo più forte. 15 anni fa ha avuto il cancro al seno. E’ tornata all’opera dopo solo un mese di malattia. Insomma, il concettodi rimboccarsi le maniche e risollevarsi le appartiene per natura, presumibilmente. Lei, comunque, le sue strategie per Yahoo non le ha ancora volute svelare ufficialmente.
La seconda è l’applicazione della prima nella gestione di un’azienda. A breve verranno resi noti i dati trimestrali, che dipingono uin quadro che potrebbe lasciare scontenti gli azionisti: solo il 2% di crescita rispetto al 2007. Per placarli, la Bertz dovrà tirare fuori qualcosa. E quest’ottica di congelare le risorse attualmente impiegate per reinvestire in un nuovo acquisto che potrebbe portare ad una leadership nella comunicazione on line (con Microsoft) fa certamente parte del gioco.