Putin una volta asceso al potere fu subito chiaro con gli oligarchi, facendo capire con alcune mosse che solo se loro lo appoggiavano e non si mettevano in testa strane mire avrebbero potuto continuare ad arricchirsi senza problemi, in caso contrario per loro la vita in Russia sarebbe stata assai difficile. Il governo attualmente controlla circa il 44% della produzione di greggio e tutta l’esportazione di gas naturale. Negli anni successivi ai primi anni 90, il numero di miliardari in dollari è cresciuto da una manciata a più di 100, questo grazie alla ascesa quasi inarrestabile delle materie prime, greggio e gas in testa e la proprietà delle aziende si apriva alle partnership con investitori stranieri. Ora, con la grave crisi finanziaria, i ruoli si sono drammaticamente, per gli oligarchi, invertiti. E molti miliardari russi hanno visto con la crisi finanziaria patrimoni andare letteralmente in fumo.
Basti pensare che solo Abramovich, uno dei più noti anche per le cronache mondane per i suoi eccessi ultralussuosi, avrebbe perso in questo ultimo anno qualcosa come 5 miliardi di dollari. Il 13 ottobre, il presidente Vladimir Dmitriev ha detto che la Vnesheconombank ha ricevuto domande di prestiti per più di 50 miliardi di dollari. Il governo si è impegnato per più di 13 miliardi per acquistare azioni ed obbligazioni tramite la Vnesheconombank in quest’anno e nel prossimo e per 36 miliardi in prestiti subordinati di emergenza con altre banche. Entro il luglio 2009 dovranno essere rimborsati 363 miliardi di debiti aziendali e bancari, un terzo dei quali a banche straniere.
Gazenergoprombank, un ente creditizio controllato dal gruppo a direzione statale Gazprom Group, ha comunicato il 15 ottobre che acquisirà in toto la Sobibank di Mosca. Il crescente controllo dello stato sugli oligarchi va ben oltre il come questi si occupino dei propri affari. Putin, insieme con i suoi funzionari di più alto rango, si è incontrato personalmente con circa 50 degli uomini d’affari più ricchi del paese ed ha loro ordinato di “versare soldi nel sistema finanziario russo” per tirar sù l’agonizzante mercato azionario, così dice una relazione di Stratford, un gruppo americano di consulenti del rischio. L’iniezione iniziale di finanziamenti privati, insieme alle misure governative il 19 settembre ha spinto l’indice Micex Index su di quasi il 30%, per una breve incursione. Subito dopo, l’indice è precipitato del 43% e la Borsa ad Ottobre è stata chiusa per alcune sedute a causa dell’eccessivo ribasso. LaurenGoodrich, analista Stratfor, ha detto che : “Prendere di mira le finanze personali, soprattutto il denaro tenuto all’estero, è un livello di controllo completamente nuovo.” Mentre i governi di USA ed Europa stanno aumentando i rischi delle loro economie acquisendo posizioni a rischio da istituzioni finanziarie, il crescente livello di controllo statale in Russia minaccia di far aumentare la corruzione e di ridurre l’apertura delle corporation, così dice James Beadle, capo stratega investimenti al Pilgrim Asset Management di Mosca.,
1 commento su “Con la crisi finanziaria in Russia è cominciata la resa dei contri fra gli oligarchi russi”