La Lira turca crolla e ancora la Banca centrale del paese si rifiuta ad agire sui tassi di interesse, che per molti esperti rappresentano l’unico modo per tenere a bada un’inflazione in costante rialzo in grado solo di rovinare ancora di più l’economia. Che succede?
La moneta turca appare non essere abbastanza forte per sopportare quelle che sono le continue sollecitazioni di questa crescita: non dobbiamo dimenticare che è stata ridenominata nel 2005 e che continua a far segnare, purtroppo per lei, minimi storici sul dollaro. A conti fatti la valuta ha bruciato circa il 19% del suo valore nell’ultimo mese ed il 34%in un anno: numeri atroci con il rendimento dei titoli decennali denominati in lire turche è salito al 15,15%, il massimo storico.
Il vero problema, ciò che ha rappresentato l’accelerata nella caduta della moneta, sono state le parole del presidente Recep Tayyip Erdogan che ha fatto capire, senza preoccuparsi della conseguenze, che vorrebbe avere maggiore influenza sulla politica monetaria, definendo un rialzo dei tassi come “la madre e il padre di tutti i mali”: insomma, la campagna elettorale ha fatto più male che bene alla popolazione, ancor prima dell’avvicinarsi delle elezioni.
Nel frattempo la Banca centrale si riunirà il 7 giugno per discutere un eventuale rialzo trovandosi in questo momento tra due fuochi: quello rappresentato dagli economisti che chiedono un incontro più urgente e quello incarnato dal presidente Erdogan che vorrebbe attendere dopo le elezioni del 24 giugno. Il problema? Per essere di supporto all’economia, i tassi dovrebbero crescere almeno del 2% Come ha spiegato l’esperto Per Hammarlund:
La lira sta perdendo molto più di qualunque altra valuta, con eccezione del peso argentino, proprio a causa della mancanza di fiducia nella banca centrale.
Riuscirà a capire l’istituto di dover agire e doverlo fare in fretta?