L’indagine è di quelle serie. E’ stata portata avanti per ben quindici mesi e ora sembra essere arrivati ad un punto di svolta che coinvolge da vicino Torino e gli Stati Uniti.
Nello specifico, nel mirino di Bruxelles ci sono due multinazionali: Fiat e Starbucks, sono chiamate a restituire 20 milioni di euro a testa a seguito del LuxLeaks.
Secondo la Commissione Ue “il Lussemburgo e l’Olanda hanno concesso vantaggi fiscali selettivi rispettivamente a Fiat finance and trade e a Starbucks incompatibili con le norme europee sugli aiuti di stato. I tax rulings emanati dalle autorità nazionali allo scopo di ridurre artificiosamente l’onere fiscale di una società non sono conformi alle norme ue – ha indicato il Commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager -, spero che le decisioni di oggi facciano passare questo messaggio negli stati membri, a livello di governi e imprese. Tutte le imprese, grandi o piccole, multinazionali o non, devono pagare la loro giusta quota di tasse”. Secondo gli esperti di Taxand Netherlands, una delle maggiori società di consulenza fiscale, la lettura della decisione è duplice: da una parte Bruxelles mostra i muscoli, ma rischia di introdurre una spada di Damocle pesantissima sulla testa di tutte le multinazionali e delle amministrazioni statali. “Il problema è capire quando un aiuto di Stato sia tale e, la risposta, rischia di essere: ‘Quando lo decide la commissione'”.
A conclusione delle indagini avviate nel giugno 2014, la Commissione ha infatti concluso che il Lussemburgo ha concesso vantaggi fiscali selettivi alla società di finanziamento di Fiat e l’Olanda alla società di torrefazione del caffè di Starbucks. In entrambi i casi, un ‘ruling’ fiscale emesso dall’autorità tributaria nazionale “ha ridotto artificiosamente le imposte a carico delle società”.