Licenziamenti per ben 13mila dipendenti, un calo sostanzioso per quel che riguarda il numero dei voli e delle tratte, modifiche importanti ai contratti posti in essere con i fornitori e leasing degli aerei: sono questi i punti salienti su cui intende focalizzarsi Amr Corporation, la compagnia texana che controlla di fatto uno dei colossi più importanti dei cieli, la American Airlines. L’intento di tutte queste misure così drastiche è facilmente intuibile, visto che si vogliono ottenere dei risparmi aziendali per ben due miliardi di dollari; tra l’altro, il lungo elenco di voci che è stato appena menzionato fa parte integrante di un più vasto piano di ristrutturazione del debito che è stato posto in essere dalla stessa società americana (quest’ultima si trova in amministrazione controllata da alcuni mesi).
Tom Horton, chief executive officer della stessa Amr, ha voluto sottolineare i quantitativi esatti dei dati in questione. In particolare, il costo dei dipendenti totali dell’azienda, incluso ovviamente anche il management interno, sarà ridimensionato di ben venti punti percentuali. In pratica, è stato ammesso che vi sarà qualche perdita in relazione ai posti di lavoro, ma il percorso intrapreso è quello giusto, altrimenti vi sarebbero state molte più persone che sarebbero rimaste a casa. Le difficoltà del gruppo sono abbastanza evidenti, tanto che Horton ha precisato come il mondo sia ormai cambiato e quindi non rimanga altra soluzione che adattarsi ad esso, onde evitare di lasciarsi sfuggire l’opportunità.
Ma non c’è proprio nessuno che sia interessato alle sorti della compagnia a stelle e strisce? A dire la verità, il 2012 è cominciato da appena un mese, eppure c’è una buona fila di pretendenti che ambiscono a una acquisizione importante: nel dettaglio, Delta Airlines, Usa Airways e Tpg Capital, il quale è attivo nell’ambito del private equity, si stanno interessando con una certa convinzione e non è escluso che già a febbraio si discuta questo rilevamento.
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