Quello che sta succedendo questa mattina sui principali listini del vecchio continente, è metaforicamente parlando, come uno di quegli attacchi decisivi durante una lunga guerra, in cui uno dei due contendenti, in questo causa la paura o il panic selling, utilizzando un gergo borsistico, si prepara a sferrare forse uno dei più decisi attacchi contro l’avversario, in questo caso rappresentati dalla stabilità e dalla fiducia nei mercati, ormai scesa a livelli vicinissimo allo zero. Ecco perchè occorre, a questo punto, una pronta ed immediata controffensiva da parte delle istituzione finanziarie Europee, sulla scorta di quello che il piano di Paulson, sebbene con all’interno molte contaddizioni ed aspetti negativi, sembra essere per gli Sati Uniti.
Adesso serve infatti, più di altre volte, che l’Europa lasci subito da parte l’attendismo, che da cinquant’anni la contraddistingue, e metta in campo le proprie adeguate contromosse, perchè proprio in Europa rischiano, paradossalmente forse per certi versi, di concentrarsi i peggiori effetti di questa crisi. Come d’altra parte già è accaduto dopo l’11 Settembre, quando le manovre di Greenspan, che forse hanno contribuito anche esse, secondo alcuni, a determinare questo stato di cose, sono riuscite a rilanciare un economia vicino alla recessione, che invece è arrivata in Europa, in cui invece proprio la politica troppo miope e restrittiva delle autorità centrali ha impedito all’economia di rilanciarsi.
Il ritardo nell’approvazione del piano Paulson potrebbe essere una particolare strategia per valutare le possibili reazioni del mercato. Tutte le notizie sono negative. C’e’ una totale mancanza di visibilita’. Da un momento all’altro anche le grandi banche europee potrebbero presentare delle sorprese negative. Le banche centrali europee devono tranquillizzare la situazione prendendo dei provvedimenti per evitare che il sistema si avviti su se’ stesso.
Sono state le prime parole concitate di un importante broker a Francoforte, quando sembrava che la discesa delle Borse potesse diventare una vera e propria catastrofe. Non Basta infatti limitarsi ad iniettare liquidità, ma occorre essere maggiormente incisivi e sopratutto fare quadrato intorno all’interesse comune, e non dire che le Banche del proprio paese non sono esposte a questa crisi, come da tempo si sta facendo in Italia e Spagna per esempio, che è quello di salvare l’intero sistema da un corto circuito che rischia di fare saltare tutto. Il problema è sul come intervenire, ma le prime mosse con i piani per il salvataggi di Fortis e Hypo Real Estate sembrano andare nella direzione dell’intervento da parte dello Stato. Forse non è giusto per il libero mercato e per i contribuenti, forse non basterà a tranquilizzare i mercati, sicuramente bisognerà fare, in seguito, di più per quanto attiene ai controlli e alla punizione dei colpevoli della finanza allegra di questi anni, ma qualcosa va fatto perchè l’immobilismo ora può essere fatale.