L’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale e sui bilanci delle famiglie sta continuando a lasciare il segno, specie negli Stati Uniti dove il collasso dei mutui subprime, ovverosia quelli privi di garanzie reali a copertura dei finanziamenti, è altresì accompagnato dalle insolvenze sui mutui “prime”, ovverosia quelli per i quali la probabilità di restituzione del capitale erogato è decisamente più elevata.
Non a caso, secondo quanto riportato dall’Agenzia Bloomberg in accordo con un rapporto a cura dell’Autorità di vigilanza statunitense, nel 2008 le insolvenze dei mutui “prime” in America sono raddoppiate a fine 2008 rispetto al primo trimestre dello stesso anno.
Le insolvenze sui mutui in America sono frutto di concessioni di credito molto “allegre” da parte delle banche americane che negli ultimi anni hanno pensato più ad incassare premi e commissioni senza guardare troppo ai criteri di merito e di valutazione creditizia.
Lo stesso non dicasi in Paesi come l’Italia dove l’erogazione dei finanziamenti, ed in particolare dei mutui, è subordinata al ruolo pubblico svolto dal notao che garantisce e tutela le parti, e che fornisce quella sicurezza giuridica di cui in questi anni negli USA non si è vista traccia. Non a caso, negli States è emerso in questi ultimi mesi come molti mutui subprime negli anni scorsi siano stati erogati e concessi alle famiglie attraverso la presentazione di dati e certificazioni false.