Tutti gli Stati europei, in ordine sparso e senza alcuna operazione comune e unitaria, stanno cominciando ad agire seriamente per evitare il collasso finanziario dei loro principali istituti finanziari. Ha cominciato l‘Irlanda, suscitando l’ira di una nervosissima Angela Merkel, con la garanzia dei depositi bancari, poi la Gran Bratagna la Francia e la stessa Germania, ed ora arriva la Spagna, che in teoria dovrebbe essere la meno colpita dalla crisi finanziaria, dal momento che i propri istituti bancari sembrano i meglio capitalizzati attualmente. Secondo infatti le prime indiscrezioni giunte dalla Moncloa, sede del Governo, Zapatero e il suo esecutivo sarebbero pronti a proporre al Parlamento un piano che dovrebbe permettere al Governo di rilevare 30 miliardi di euro di debito dalle banche spagnole, che potrebbero diventare 50 in caso di peggioremento ulteriore della situazione finanziaria.
La misura strordinaria (3% dell’intero Pil nazionale) che dovrebbe essere presentata al prossimo consiglio dei ministri di venerdi prossimo, dovrebbe consistere nell’acquisto di debito illiquido, quindi non attualmente monetizzabile, a causa del blocco del mercato interbancario, e non dovrebbe invece comprendere i cosidetti asset tossici, ma su questo punto sono molti a nutrire seri dubbi. In poche parole il Tesoro acquisterà questi asset, che possono comprendere anche banche straniere che hanno sedi in Spagna, e li gestirà attraverso un apposito fondo creato ad hoc. Questo fondo non avrà una durata predeterminata, ma dipenderà dalle condizioni di mercato e dalle durata delle difficoltà del mercato interbancario. Il fondo sarà finanziato dall’emissione di bond del Tesoro a tasso fisso, e ciò comporterà un aumento dell’indebitamento dello Stato fino al 42%. Resta ancora da capire chi gestirà e come questo fondo e sopratutto quanto alla fine ricadrà sul contribunente in un momento in cui la Spagna, malgrado le rassicurazioni del suo premier, sembra avvitata in una difficilissima spirale di crisi economica, considerando che parte della sua crescita si è retta sul mercato immobiliare che è stato il primo a fermarsi, determinando il fallimento di alcuni colossi spagnoli del settore.
Madrid, 29 gen – La disoccupazione in Spagna e’ salita nel quarto trimestre del 2009 al 18,83%. Sono i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica iberico.
In totale, i lavoratori senza occupazione in Spagna sono 4 milioni e 326 mila, un milione in piu’ rispetto a un anno fa.
Nel terzo trimestre la disoccupazione si era attestata al 17,92%, mentre alla fine del 2008 era al 13,91%.