Anche i mutui ovviamente risentono della politica monetaria della BCE. Con il rialzo dei tassi di interesse ovviamente salgono anche quelli dei prestiti concessi dalle banche punto e non ci sono buone notizie per i consumatori.
Come cambiano i mutui con i nuovi tassi
È ovvio che rialzandosi nuovamente il costo del denaro ogni tipologia di finanziamento avrà a che fare con ulteriori rialzi. Un fattore che graverà in maniera importante sulle tasche degli italiani. Non bisogna dimenticare, come sottolinea la Fabi, ovvero la Federazione autonoma bancari italiani, che mutui saranno destinati ad aumentare. Sia quelli a tasso fisso che quelli a tasso variabile. L’esempio portato dal Sole 24 Ore è esplicativo. Per quel che riguarda un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro a 25 anni, la rata è pari a circa 1.200 euro. Mentre per un prestito da 100.000 euro con restituzione a 25 anni e con un tasso al 5,1% la rata mensile sarà pari a 597 euro.
Per quel che riguarda i vecchi mutui a tasso fisso non vedremo modificare assolutamente la rata, mentre quelli a tasso variabile potrebbero presentare aumenti pari fino al 65%. Più in generale si può dire che per coloro che sono indebitati, in qualsiasi forma e ancor più per via di mutuo, i rialzi saranno all’ordine del giorno.
Le banche non intendono fermare l’erogazione di fondi, ma di certo lo faranno mettendo a disposizione dei tassi di interesse in linea con la politica monetaria della BCE al fine di non subire perdite. Un comportamento naturale, data la strategia messa in atto dalla Banca centrale europea, ma che di certo mette in difficoltà i consumatori.
L’atteggiamento delle banche
Sia coloro che pagano mutui da tempo, sia quelli che ne stanno cercando uno per poter acquistare casa. Purtroppo questo particolare momento storico, dal punto di vista economico, risulta essere di non pratica gestione per i privati. Soprattutto perché l’inflazione dimezza già da sé la capacità di spesa. Fattore che si manifesta anche nella impossibilità di eseguire spese di qualsiasi tipologia rispetto al passato.
Ovviamente le banche sono costrette a erogare prestiti, credito al consumo e mutui ai cittadini ma il ritmo non è certamente quello di qualche anno fa. O addirittura di qualche mese fa. Come sottolinea il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni questo ennesimo aumento del costo del denaro è l’equivalente di un masso pesantissimo non solo sui prestiti ma sull’intera economia italiana.
La difficoltà a sostenere un mutuo infatti potrebbe portare a un rallentamento del mercato immobiliare e a un calo degli investimenti delle imprese con conseguente calo dell’occupazione. Qualcosa che è già stato visto negli Stati Uniti a causa delle decisioni prese dalla Fed in merito alla loro politica monetaria.