Negli ultimi giorni stiamo assistendo a un aumento dei tassi interbancari, tanto temuti dalle famiglie italiane che hanno stipulato da tempo un mutuo a tasso variabile oppure per coloro che si apprestano a contrarlo. L’Euribor sta tornando a salire e su tutte le scadenze, ovvero dai 30 giorni ai dodici mesi. Sul finire di gennaio c’è stato il primo rialzo dai minimi storici, ma il trend di crescita – seppur a tassi contenuti – non si è ancora fermato. Quanto basta per far suonare un campanello d’allarme e mettere in allerta coloro che hanno sulle spalle un mutuo a tasso variabile.
L’Euribor a 1 mese è salito allo 0,123% (minimo storico 0,108%), mentre l’Euribor a 3 mesi (ovvero quello agganciato alle rate dei mutui a tasso variabile) è stato fissato allo 0,233%, in crescita dal minimo di sempre di 0,181%. Ma perché l’Euribor sta tornando a salire? Secondo gli esperti del mercato monetario, la motivazione principale risiede nella restituzione di decine e decine di miliardi di prestiti Ltro a 3 anni alla Bce da parte delle banche europee.
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A fine gennaio ben 278 banche hanno restituito 137 dei 489 miliardi ricevuti dalla Bce a dicembre ad un tasso agevolato per far fronte alla crisi del debito europeo, ben oltre le attese degli analisti. Un’altra motivazione è la normalizzazione del mercato interbancario europeo, dopo la crisi dell’euro, degli spread e gli scandali sulla manipolazione dei tassi da parte di numerose banche internazionali.
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La riduzione della liquidità si è riflessa sui tassi a breve, che sono così tornati a salire. I futures sull’Euribor a 3 mesi prevedono un’ulteriore risalita dei tassi allo 0,5% entro fine anno e all’1% a settembre 2014. Il margine di errore di queste proiezioni è alto, ma il dato non va sottovalutato. Per ora nessun pericolo per i mutuatari: il variabile resta ancora l’opzione di gran lunga più conveniente.