Research In Motion (RIM), la casa canadese produttrice dei noti smartphone Blackberry, ha dichiarato di aver ribaltato il proprio management, sostituendo alcune figure chiave (come i chief executive officer Jim Balsillie e Mike Lazaridis), che hanno guidato per lungo tempo la società, non affrontando nel modo atteso dagli azionisti l’agguerrita concorrenza della Apple.
Il nuovo amministratore delegato della compagnia sarà pertanto Thorsten Heins, già chief operating officer per gli ultimi quattro anni (prima ancora, top manager della Siemens), che sostituirà la coppia di chief executive officer con decorrenza immediata, come confermato da un comunicato stampa pubblicato dalla Research In Motion.
Il direttore generale Barbara Stymies diventerà invece il nuovo presidente del consiglio di amministrazione. Lazaridis, fondatore della RIM nel lontano 1984, diventerà vice presidente. L’ex amministratore delegato Balsillie rimarrà invece all’interno della società ricoprendo un altro ruolo nel consiglio di amministrazione, senza alcuna funzione esecutiva.
La decisione di ripiegare su altri manager in sostituzione del duo “storico” è sembrata un estremo tentativo di salvaguardare le già erose posizioni sul mercato degli smartphone. Il titolo RIM ha perso più del 75% nel corso del 2011 a causa dei negativi dati commerciali ed economici, con vendite di BlackBerry precipitate su livelli preoccupanti, senza che il top management avesse lasciato a intendere di essere pronto a metter mano su strategie effettivamente in grado di contrastare il predominio dello sviluppo Apple.
Rispetto al 2008, il valore di capitalizzazione di RIM è già calato di ben 88 punti percentuali a(all’epoca era pari a oltre 80 miliardi di dollari). Nel solo ultimo trimestre del 2011, le vendite sono diminuite di quasi 6 punti percentuali a quota 5,17 miliardi di dollari.
Ad ogni modo, la società ha anche ribadito come la decisione di ribaltare l’intero top management sia stata una scelta meramente interna, e non una risposta alle evidenti pressioni esterne. Ci crediamo?