Chrysler LLC ha ospitato presso il proprio quartier generale di Auburn Hills (Michigan) i dirigenti di FIAT Spa, tra cui il direttore generale Sergio Marchionne, in vista del possibile accordo tra le due compagnie automobilistiche. L’azienda statunitense ha anche annunciato di voler tagliare i prezzi per quanto riguarda gli ordini delle varie componenti e di voler cedere le proprie azioni alle banche e ai prestatori, al fine di ottenere delle consistenti riduzioni nelle obbligazioni dei prestiti. Il prossimo 17 febbraio è prevista la presentazione da parte di Chrysler di un rapporto al governo statunitense: la società americana potrà così conformarsi ai termini previsti per i 4 miliardi di dollari di prestito. Chrysler ha richiesto al governo americano circa 7 miliardi di dollari, in quanto dovrà dimostrare di aver fatto progressi per quanto riguarda il ritorno alla profittabilità. Come è noto, la scorsa settimana FIAT ha concluso un accordo per l’acquisto di una partecipazione del 35% proprio in Chrysler per ottenere uno scambio reciproco di tecnologia sulle utilitarie.
Robert Nardelli, direttore generale della compagnia statunitense, ha annunciato che Chrysler sta tentando di ristrutturare i contributi di pensionamento correnti e futuri. La United Auto Workers ha già fatto sapere di voler abolire per la giornata odierna un programma di “jobs bank“, consentendo invece il varo di un programma che permetta all’unione dei lavoratori che attualmente non hanno un impiego di poter ottenere un reddito pieno. Sempre secondo Nardelli, Chrysler tenterà di ridurre il debito a livelli che possano essere adeguatamente sostenuti dalle capacità economiche, finanziarie e di cassa della compagnia.
Cerberus Capital Management LP, società che detiene una partecipazione dell 80,1% in Chrysler, provvederà a breve a scambiare alcune delle sue partecipazioni nell’azienda automobilistica con gli istituti bancari e con il governo per ottenere le concessioni. C’è infine da dire che Chrysler deve anche far fronte a una richiesta per un prestito ponte di un miliardo di dollari proveniente dal governo canadese.