I lavoratori dipendenti privati hanno la possibilità, quando il contratto lavorativo è ancora in essere, di richiedere un anticipo sul trattamento di fine rapporto. La cifra richiedibile dipende da una serie di fattori ed è solitamente necessario precisare la motivazione per cui si ha necessità di liquidità. Anche i dipendenti pubblici possono fare questa richiesta o è a loro vietato dalle vigenti leggi?
L’anticipo TFS per i lavoratoti pubblici
In effetti il Testo Unico che regolamenta le prestazioni previdenziali per i dipendenti pubblici non prevede questa possibilità, per motivazioni abbastanza semplici da comprendere. Mentre le aziende private hanno l’obbligo di accantonare ogni anno la quota di TFR dovuta al singolo dipendente, lo stesso non avviene per i dipendenti pubblici. Per questi infatti l’accantonamento è solo nominale, viene svolto in realtà solo dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Quindi di fatto l’INPS non possiede i fondi accantonati per un eventuale anticipo TFS dipendenti statali.
Quando si ottiene il TFS
Il TFS è il trattamento che i lavoratori pubblici ottengono al posto del TFR, ma solo al termine del proprio servizio di lavoro. Di fatto tale cifra è disponibile solo per chi si licenzia o per chi va in pensione. In particolare è importante notare che mentre le aziende private saldano il TFR al dipendente con contratto di lavoro scaduto in tempi brevi, spesso con l’ultima busta paga, lo stesso non avviene per i lavoratori pubblici. Per questi ultimi i tempi di attesa possono essere molto lunghi, anche più di 12 mesi. Nel caso di dimissioni volontarie tale durata raddoppia. Sono considerate dimissioni volontarie anche la richiesta della pensione anticipata.
A quanto ammonta il TFS
Nel caso dei lavoratori pubblici il TFS viene calcolato solo a fine rapporto, considerando l’80% di 1/12 dello stipendio lordo dell’ultimo anno lavorativo, se il lavoratore cessa il rapporto per motivazioni proprie. Se invece il lavoratore cessa il servizio per sopraggiunta età pensionabile allora si calcola il 100% dell’ultimo stipendio. Tale cifra va moltiplicata per gli anni di servizio. Alcune variabili dipendono poi dal comparto in cui il lavoratore operava, perché alcuni comparti hanno trattamenti migliori rispetto ad altri. Se la somma da ricevere è particolarmente ingente sarà suddivisa in almeno 3 rate, saldate a distanza di 12 mesi l’una dall’altra.
Ottenere l’anticipo sul TFS
Visto che numerosi enti pubblici impiegano vari mesi per saldare il TFS ai propri assistiti, si parla a volte di alcuni anni, vi sono banche che concedono ai pensionati dello Stato un anticipo sul TFS. In questo caso si tratta però di una sorta di “prestito ponte”, nel senso che la banca offre ai pensionati pubblici e dello stato un finanziamento, pari al 100% del TFS maturato. Per richiedere tale anticipo è necessario presentare alla banca un prospetto di liquidazione, che l’INPS rilascia dietro richiesta da parte del neo pensionato. In caso di esito positivo il pensionato ottiene l’intero ammontare del TFS in un’unica rata, nell’arco di 4 settimane dalla ricezione dell’esito stesso.