Il Ministero dell’Economia ha collocato 7,5 miliardi di euro di titoli di debito pubblico con scadenze pari a 5 e 10 anni. In questo approfondimento cerchiamo di capire come è andata l’asta BTP a 5 anni, il cui rendimento – premettiamo – è sceso fortemente al di sotto dei 6 punti percentuali, con miglioramento delle condizioni di finanziabilità del debito pubblico italiano, rispetto alla situazione e allo scenario che aveva contraddistinto il ricorso al risparmio privato durante le aste precedenti sul fronte delle scadenze a medio lungo termine.
Il rendimento dei Btp con scadenza nel 2017 (5 anni) è infatti calato a quota 5,39 punti percentuali, rispetto ai 6,6 punti percentuali che avevano contraddistinto l’asta precedente. Più nel dettaglio, il Tesoro ha reso noto di aver collocato 3,57 miliardi di euro di titoli con scadenza 2017, contro richieste pari a 4,63 miliardi di euro, con una forbice tra domanda e offerta che è stata pertanto leggermente superiore alla soglia del miliardo di euro.
Così come l’asta BTP a 10 anni, anche il collocamento dei titoli di Stato con scadenza pari a 5 anni ha sofferto particolarmente le turbolenze internazionali sul mercato obbligazionario, con Portogallo e Grecia, ancora una volta, al centro delle bufere europee.
Come commentato dagli analisti di Intesa Sanpaolo, l’Italia ha riscontrato una buona domanda per i Btp a 5 anni, pur non eccellente, non avendo potuto collocare il massimo. Delusione, in particolar modo, per quanto concerne l’asta dei BTP a 10 anni per i quali, come vedremo nell’approfondimento a breve online, si attendeva un rendimento pari a meno di 6 punti percentuali.
Il BTP a 5 anni, infine, è stato visto divenire oggetto di trading molto prima dell’asta, con conseguente intento del Tesoro di non collocare il massimo disponibile, fermandosi alla già ricordata soglia dei 3,5 miliardi di euro.
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