Non è tutto oro quello che luccica: questa massima calza a pennello per descrivere le ultime vicende che vedono coinvolta Chrysler e le sue vendite commerciali negli Stati Uniti. In particolare, è emerso come le vetture della compagnia americana abbiano fatto registrare un rialzo di ben ventisette punti percentuali nel corso del mese di settembre, la miglior performance da addirittura quattro anni a questa parte. Il traino è stato sostenuto in larga misura dalle vetture di maggiori dimensioni, come ad esempio i Pickup e i Suv. Il dato è sicuramente incoraggiante, ma va comunque contestualizzato.
In effetti, sono proprio queste automobili che hanno sofferto maggiormente la crisi economica negli ultimi tempi e le cause sono presto dette: in particolare, queste ultime si possono ricercare negli alti consumi di carburante, nei troppi modelli obsoleti e la forte concorrenza di tale settore di mercato, con aziende rivali che sono praticamente spuntate dal nulla, come ad esempio Hyundai. Il rialzo di Chrysler non va quindi discusso, ma esaminato con maggiore attenzione. Le stime in questione, infatti, si riferiscono agli ultimi due anni, il 2010 e il 2011, ma se si amplia l’orizzonte temporale ci si accorge di altri accadimenti.
Negli ultimi cinque anni queste vendite sono calate di ben venticinque punti percentuali, a testimonianza del cattivo stato di salute del mercato americano da questo punto di vista: i modelli di Chrysler hanno contribuito a tale declino, in primis la jeep Liberty (oltre cinquanta punti percentuali di calo) e la Chrysler 300 (-78,9%), almeno da quanto emerge dalle statistiche della società Edmund. Quindi, la controllata americana di Fiat è senz’altro in una fase di recupero che si spera possa durare a lungo, ma la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa; il rilancio dovrà fare affidamento necessariamente sui modelli più importanti, tra cui si possono citare la Wrangler, Compass, Dodge Journey, oltre ai vari minivan.
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