Nike Inc., la maggiore azienda al mondo nella produzione di articoli sportivi, ha annunciato che gli ordini provenienti dalla Cina sono aumentati notevolmente: ciò ha fatto sì che l’azienda statunitense traesse guadagni nettamente superiori alle attese, dopo l’incremento delle vendite per i giochi olimpici di Pechino. Gli ordinativi cinesi sono infatti cresciuti di oltre il 50% da gennaio, facendo così rilevare che gli incrementi della società non si sono conclusi con la fine delle Olimpiadi. Il netto ritardo verificatosi all’indomani delle precedenti Olimpiadi di Atene non si è ripetuto dunque. Il reddito netto della Nike, che era sceso in un anno soprattutto a causa delle tasse, ha superato di 10 centesimi la stima media degli analisti: le vendite sono aumentate del 17%, il maggior guadagno degli ultimi quattro anni, raggiungendo quota 5,43 miliardi di dollari.
Entrando nel dettaglio, il guadagno ottenuto dall’unità asiatica della Nike è cresciuto del 36%, in particolare grazie alle vendite della Cina, l’economia mondiale con i maggiori ritmi di crescita. L’azienda statunitense, le cui vendite sono realizzate per la metà al di fuori degli Stati Uniti, ha beneficiato del rallentamento del dollaro nei confronti delle altre valute. Gli acquisti europei sono aumentati di 20 punti percentuali, mentre quelle all’interno degli Stati Uniti sono scese dell’8%. Secondo Claire Gallacher, analista americana della società Caris & Co. di San Francisco:
Per il momento questi dati sono davvero impressionanti. È difficile persino trovarvi un dettaglio negativo.
Il direttore generale della società, Mark G. Parker, ha totalmente riorganizzato la struttura organizzativa nel 2006 al fine di puntare maggiormente su prodotti come le magliette. I cambiamenti apportati all’interno della Nike si sono verificati proprio quando la compagnia americana stava perdendo la sua divisione Under Armour Inc., che ha sede a Baltimora, vendendo abiti sportivi in poliestere. Da sottolineare infine il calo subito dai cosiddetti “futures orders”, che sono scesi del 3% nei soli Stati Uniti.