Il peso messicano, la valuta del paese centro-americano, ha subito una brusca perdita per il secondo giorno di fila, dopo che gli investitori hanno attribuito un peso sempre maggiore al declino dei tassi valutari di mercato e ai rialzi dei prezzi del petrolio. Nel dettaglio, il peso si è indebolito di circa 0,7 punti percentuali, raggiungendo in tal modo quota 12,9683 pesos per un dollaro (sette giorni fa tale quota era pari a 12,8760). Win Thin, stratega valutario statunitense, ha commentato la situazione della valuta messicana:
Il mercato è ancora in ansia per i rischi di recessione globale. Paesi come il Messico, i quail sono strettamente legati all’economia degli Stati Uniti, o i paesi dell’Asia, fortemente dipendenti dalle esportazioni, rimarranno deboli ancora a lungo. Lo scenario è negativo.
Nell’ultimo mese la valuta centro-americana ha perso ben 17,8 punti percentuali nei confronti del dollaro ed è in calo anche nei riguardi di 15 delle 16 valute più scambiate. L’unica unità monetaria che ha perso nei confronti del peso è stato il rand del Sudafrica. Come detto, il rallentamento dell’economia statunitense e la crisi del credito sono i maggiori indiziati per spiegare il calo del peso messicano. Gli investitori hanno tirato fuori il denaro dal sistema monetario del Messico e di altri mercati emergenti, al fine di ricercare mercati più sicuri e flessibili alle loro esigenze.
Utilizzando le sue riserve estere, la banca centrale del Messico ha provveduto ad acquisire 12,2 miliardi di dollari nelle ultime due settimane per poter potenziare la domanda della valuta. Conseguentemente a questi fatti, Merrill Lynch ha ridotto le sue previsioni di crescita per il 2009 per quanto riguarda il Messico (si è passati da una crescita economica pari allo 0,9%, mentre in precedenza la crescita era stimata pari all’1,9%): Merrill Lynch ha comunque provveduto ad abbassare le stime di crescita per altri dieci paesi dell’America Latina.