Il presidente eletto statunitense Barack Obama dovrà valutare attentamente con tutta probabilità un piano di salvataggio bancario che possa unire “iniezioni” di nuovo capitale ai vari passi necessari per affrontare nella maniera migliore il problema degli assets nocivi, i quali sono di ostacolo ai bilanci dei prestatori. Il team economico di Obama provvederà inoltre ad utilizzare una parte importante dei 350 miliardi di dollari che avanzeranno dal Troubled Asset Relief Program, al fine di favorire i proprietari di immobili che vogliono evitare il pignoramento. La liquidazione dei titoli finanziari di questa settimana e il continuo rallentamento dell’economia statunitense sono i due punti che preoccupano maggiormente Timothy Geithner, il segretario del Tesoro designato dal neo-eletto presidente e il capo delle strategie economiche del nuovo team, Lawrence Summers, al punto che sarà necessario mettere a punto un programma ancora più dettagliato.
Secondo Raghuram Rajan, economista presso il Fondo Monetario Internazionale e professore di finanza alla University of Chicago:
L’economia reale si sta deteriorando in maniera vistosa, così come la fiducia nel sistema finanziario. Potrebbe essere una soluzione non piacevole, ma c’è bisogno di immettere maggior denaro nelle banche.
Un’importante alternativa a tali provvedimenti potrebbe essere quella di fornire le necessarie garanzie per gli assets, mentre rimangono nei libri contabili degli istituti creditizi. Questa è stata infatti la misura adottata dal Tesoro statunitense, dalla Federal Reserve e dalla FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) nella giornata di ieri, quando i tre istituti hanno fornito un contributo di 118 miliardi di dollari in favore di Bank of America Corp.
I dati sull’economia statunitense pervenuti ieri non sono certo incoraggianti: i prezzi al consumo sono infatti scesi dello 0,7% a dicembre, il che rappresenta la crescita economica annuale più bassa dal 1954; inoltre, la produzione industriale ha subito un calo di 2 punti percentuali e la capacità produttiva si è assestata al 73,6%, secondo quanto riferito dalla Fed.