Le banche europee sono da più di un anno sotto la lente di ingrandimento delle autorità di controllo e vigilanza dell’Unione Europea al fine di accettare il loro grado di solidità finanziaria. Per questo motivo già dalla fine del 2015 sono state sottoposte ai cosiddetti stress test, che hanno messo in luce, ove necessario, elementi di criticità o di debolezza dei loro bilanci.
Anche una delle più grandi e famose banche tedesche, la Deutsche Bank si è sottoposta ai test prima dello scorso dicembre. Prima di farlo, tuttavia, e fornire i suoi dati finanziari alle autorità, ha ricevuto uno sconto che ad altri istituti di credito non è stato concesso. Forse una svista degli organi di controllo: fatto sta che ha potuto mettere a bilancio una operazione di vendita di una quota da 4 miliardi di euro che al momento non è stata ancora completata.
A ricevere la quota è stata invece una banca cinese, la Xua Hia che non sembra avere fretta nel concludere l’affare e al momento non ha ancora espletato le trattative. Si tratta dunque di una vendita che a quasi un anno di distanza non è stata ancora completata o è andata a buon fine. Ma anche se dal punto di vista pratico l’operazione appare ancora sospesa, i documenti europei ne hanno preso atto nelle valutazioni. Ecco dunque la natura dello “sconto”.
La solidità della Deutsche Bank
Eppure la grande banca tedesca non naviga in questo momento in acque tranquille. Proprio dopo gli stress test dell’anno scorso si è presentata con un punteggio molto basso, uno dei peggiori dieci in Europa. Di conseguenza non avrebbe dovuto avere il via libera alla vendita della quota finita in Cina. Per di più questa vendita risulta ad oggi ancora aperta, in attesa di essere perfezionata. Una irregolarità questa che insidia un grande punto interrogativo sui meccanismi di vigilanza stessa e sulla solidità bancaria.