Il board della banca franco-belga Dexia Sa si riunirà proprio nella giornata odierna per studiare tutte le opzioni percorribili e volte a smantellare i titoli tossici acquisiti in passato: l’istituto, infatti, è al centro delle cronache finanziarie per la sua critica situazione in merito agli assets finanziari, tanto che i risparmiatori e i clienti stanno già tremando nel timore dei possibili effetti negativi. Francia e Belgio hanno già provveduto a proteggere in maniera adeguata le loro unità locali, ma un accordo più ampio sembra al momento difficile, visto che nessuno vuole assumersi la responsabilità diretta per una crisi che sta facendo letteralmente evaporare i finanziamenti di breve termine del gruppo in questione. Nel dettaglio, gli assets tossici dovrebbero essere convogliati in un apposito veicolo, il cosiddetto “bad bank”, con un ammontare che gli analisti hanno stimato intorno ai 190 miliardi di euro, una cifra davvero imponente.
Il salvataggio della prima vittima della crisi del debito sovrano europeo, dunque, può essere realizzato, ma viene anche ostacolato da un’altra volontà, quella di prevenire il contagio. Tra l’altro, bisogna ricordare che il bilancio di Dexia annoverava assets finanziari per circa 518 miliardi di euro alla fine dello scorso mese di giugno. Il rischio più concreto in questo caso è quello di veder collassare su sé stesso il mercato interbancario. Le due filiali di Parigi e Bruxelles, inoltre, vantano dei network comunitari per quel che concerne i finanziamenti.
Il board in questione, poi, è composto da diciotto membri, nove in rappresentanza del Belgio e altri nove per la Francia: lo scenario più reale mette in luce un piano che sia in grado di ampliare il più possibile la “bad bank” e di concretizzare una sorta di joint venture con la Banque Postale e la Casse des Depots et Consignations. In aggiunta, dettaglio non certo da trascurare, occorre ricercare con urgenza degli acquirenti per le altre unità, come ad esempio la banca belga Denizbank As.