L’eurozona non si trova alle soglie di una recessione ma soffrira’ solo di un rallentamento della crescita. Sono queste le valutazioni dei ministri dell’economia europea al centro delle riunioni di inizio settimana. Il presidente di turno dell’Ecofin Andrej Bajuk ha indicato che la Bce sta svolgendo un eccellente lavoro. Tuttavia non si può negare che ogni singola nazione di Eurolandia viva una sua particolare situazione. Queste situazioni inoltre vivono in uno scenario economico mondiale non saldissimo: la crisi dei mercati finanziari e le prospettive di crescita dell’economia di Eurolandia sono altresì influenzate dalle difficoltà che arrivano dall’Atlantico, la crisi dei mutui subprime ed anche il dollaro debole. Avere la moneta unica europea forte non ha solo conseguenze positive, bensì riduce le esportazioni di quel Paese e le esportazioni sono una voce importante del PIL: chi sarebbe disposto ad acquistare da noi europei una lavatrice che in America costerebbe quasi il 50% in meno? Per non parlare dell’ industria cinese, che affligge i nostri mercati, ma in questo caso riusciamo ancora a competere in termini di qualità, questo però solo per i prodotti cinesi ma non per quelli americani.
L’Italia è alle prese non solo con problemi strutturali. In questi giorni è stato comunicato l’ennesimo calo della produzione industriale, come se non bastasse Il Sole-24 Ore ha stimato un buco di circa sette miliardi di euro che si verificherà nei conti del 2008 per tutta una serie di spese non coperte, sebbene il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco non intenda confermare tale buco. Inoltre grande dibattito ci sarà oggi a Bruxelles per il caso francese, in realtà molto legato a quello italiano. Bruxelles con il patto di stabilità ha fissato l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2010. La Francia vuole invece il via libera nel 2012 e chiede, a tal fine, di tener conto anche del peggioramento delle condizioni dell’economia. Ma la Germania, la Spagna e altri paesi restano contrari a ogni ipotesi di ammorbidimento degli indirizzi di finanza pubblica. Il governo tedesco non sostiene Sarkozy sulle scelte di politica di bilancio. Tuttavia forse in questo caso si potrebbe concedere un’eccezione e consentire alla Francia il prolungamento del termine, altrimenti si rischia che alcuni Paesi facciano carte false pur di presentare un bilancio in pareggio (fittizio). E non sarebbe la prima volta, già anni fa la Grecia ricorse a questa “strategia” per ottenere il consenso all’ingresso in Europa.
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