La compagnia auto tedesca Volkswagen ha chiuso il 2012 con conti record, rappresentati fondamentalmente da un utile a quota 21,7 miliardi di euro. Risultati fortemente positivi (anche se qualche analista aspettava ancora di più), che hanno permesso di ribadire i macro obiettivi di medio lungo termine, che prevedono – entro il 2018 – il superamento di General Motors e (soprattutto) Toyota quale leader mondiale nel comparto auto.
Nel conseguimento di tale target ha svolto un ruolo importantissimo l’acquisizione di Porsche, che ha contribuito al rilancio dell’utile operativo a 11,5 miliardi di euro, e a un incremento del fatturato da 159,3 miliardi di euro a 192,7 miliardi di euro.
Al di là della crisi dell’eurozona, Volkswagen, con tutti i suoi marchi – ricordava il quotidiano La Repubblica nella sua edizione online – “è riuscita l’anno scorso a vendere, per la prima volta nella sua storia, oltre 9 milioni di auto veicoli. La bocciatura incassata oggi dal titolo alla Borsa di Francoforte è spiegata dagli analisti soprattutto con le previsioni pessimistiche per le vendite, soprattutto in Europa, per l’anno in corso” (vedi anche Volkswagen dati di vendita 2012).
Tra le altre notizie diramate, la conferma dell’imposizione di un tetto alle retribuzioni dei propri manager. Nonostante il “cap” imposto, l’amministratore delegato Martin Winterkorn rimane comunque il manager più pagato del vecchio Continente, con uno stipendio tagliato dai precedenti 17,5 milioni di euro agli attuali 14,5 milioni di euro. Complessivamente, le spese per le retribuzioni dei manager sono calate di 14 milioni di euro in un anno, passando da 70 milioni di euro a 56 milioni di euro.
A non passarsela male sono anche gli operai della società, che percepiscono uno stipendio di quasi 3 mila euro, e hanno ricevuto – lo scorso anno – un premio annuale di oltre 7 mila euro a persona.
Nelle prossime settimane andremo ad esaminare la situazione delle altre principali compagini operanti nel settore auto in Italia e nel resto del vecchio Continente.