Il gruppo dei sette principali ministri finanziari, riunito in questi giorni a Roma, ha votato un ordine del giorno volto ad affrontare la dura flessione economica che si protrarrà per tutto il 2009. Il G7 e i banchieri centrali hanno annunciato in una dichiarazione congiunta di essere al lavoro per ristabilire la fiducia nei mercati ed essere di sostegno all’economia mondiale. Durante il meeting vi è stata anche la previsione secondo cui l’effetto finale dei pacchetti di salvataggio individuale si farà sentire soltanto nel lungo termine. I policy makers si erano riuniti dopo l’annuncio della scorsa settimana di una contrazione subita dall’economia tedesca e soprattutto dopo che la fiducia dei consumatori statunitensi aveva raggiunto il suo minimo storico dal 1981.
Tutti questi eventi stanno ovviamente mettendo una forte pressione su governi e banche centrali. Il segretario del Tesoro statunitense Timothy Geithner ha proprio espresso a gran voce la necessità di intraprendere iniziative forti e durevoli, sottolineando come all’interno del G7 esista la maggior scala di urgenza e di intervento. Il governatore della Bank of Canada, Mark Carney, ha dimostrato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dal raggruppamento:
Si tratta di un piano davvero esaustivo, in cui sono presenti intenzioni e volontà ben forti. L’intento principale è quello di eseguire ed applicare.
Il G7 ha comunque messo da parte le vecchie critiche mosse nei confronti della politica valutaria attuata dalla Cina, mostrandosi pronto ad accogliere i tentativi che il paese asiatico porrà in essere per il rafforzamento dell’economia: passi avanti in questo senso sono stati fatti dallo stesso Geithner, che solo un mese fa aveva accusato la Cina di aver manipolato la sua valuta. Un altro degli intenti che si è prefisso il gruppo è quello di trovare vie alternative nella supervisione dei mercati prima dell’incontro del prossimo mese nel Regno Unito con gli altri esponenti del G20: saranno dunque esaminati pacchetti di compensazione e di risck management.
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