Nonostante il presidente della Bce, Mario Draghi, abbia ribadito che non ci sarà alcuna uscita dall’euro, la situazione della Grecia è drammatica. Sempre di più.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Il destino di Atene, tuttavia, rimane appeso a un filo. I soldi nelle casse dello Stato stanno per terminare, il paese rischia di non essere in grado di onorare il prossimo pagamento al Fmi, in scadenza a inizio maggio, mentre le trattative con l’Ue procedono a rilento. Venerdì a Riga si riunisce l’Eurogruppo, ma sono in pochi a scommettere su una svolta decisiva.
I mercati preferiscono, piuttosto, affidarsi alla Bce che continua a iniettare liquidità sui mercati con l’effetto che ieri – per la prima volta – l’Euribor a tre mesi è passato in negativo: è il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti trimestrali e che viene preso come riferimento per indicizzare i mutui. Prosegue anche il calo dell’euro che passa di mano a 1,0733 contro il dollaro. A livello macroeconomica si guarda soprattutto all’Italia con i dati sull’industria che – a febbraio – mostrano segnali di ripresa, mentre le vendite al dettaglio a febbraio scendono rispetto a gennaio. Ad aprile la fiducia dei consumatori nell’Eurozona è calata dopo aver toccato il massimo degli ultimi 8 anni il mese scorso. Negli Usa, intanto, la domanda settimanale di mutui sale del 2,3%.
A Milano, Piazza Affari ha concluso in rialzo dello 0,32%, Parigi in rialzo dello 0,36%, mentre Londra ha ceduto lo 0,49% e Francoforte lo 0,6%. Lo spread, la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni, è stabile in area a 130 punti base con i titoli italiani che sono scambiati sul mercato secondario con un tasso dell’1,4%. Debole Wall Street: il Dow Jones cale dello 0,2% come l’S&P 500, mentre il Nasdaq arretra dello 0,3%.