Brutte notizie da ING Group. Il colosso olandese attivo nei settori bancario e assicurativo (per esempio Conto Arancio) ha anticipato che il 12 novembre pubblicherà una trimestrale in rosso, è la prima volta dalla sua creazione. La perdita per i tre mesi da luglio a settembre ammonta a 500 milioni di euro, questo a causa di svalutazioni pari a 1,6 miliardi dovute a ingenti perdite in un ampio spettro di investimenti, dal settore azionario e quello immobiliare. Da segnalare le svalutazioni seguite al fallimento di Lehman Brothers. In aumento anche le riserve, per le quali sono stati accantonati 400 milioni di euro.
In borsa il titolo ING è arrivato a perdere il 27%, chiudendo a 7,3€ per azione. Quest’anno la perdita è stata del 72%, davvero straordinaria se si pensa che adesso ING capitalizza poco più dell’utile netto dello scorso anno. Il crollo del 27% però non si spiega solo con la perdita di 500 milioni, a spaventare gli investitori è la possibilità che ING si trovi costretta a prendere drastici provvedimenti per evitare di trovarsi in crisi di liquidità. In particolare ING ha dichiarato che potrebbe ricorrere ad una parte dei 20 miliardi di euro che il governo olandese ha messo a disposizione per varare aumenti di capitale. A questo si aggiunga la brutta figura che ha fatto l’amministratore delegato smentendo nei fatti le proprie parole: il 25 settembre aveva dichiarato che ING non aveva assolutamente bisogno di aiuti. In pratica stiamo assistendo ad una reazione del mercato simile a quella che ha investito Unicredit nelle scorse settimane: prima dichiaravano che non c’erano problemi e improvvisamente hanno varato un aumento di capitale.
Per quanto riguarda gli indici di stabilità patrimoniale ING ha un Tier 1 ratio pari all’ 8,2%, ben più basso del 13% presentato da altre società del settore. A tal proposito Tony Silverman, analista londinese, ha sottolineato che per portare il proprio Tier 1 ratio al 12% ING avrebbe bisogno di 12,2 miliardi di euro. Il Core tier 1 si attesta al 6,5%, livello che comunque è considerato accettabile secondo i parametri fissati dagli accordi internazionale.
>A questo si aggiunga la brutta figura che ha fatto l’amministratore delegato smentendo nei fatti le proprie parole: il 25 settembre aveva dichiarato che ING non aveva assolutamente bisogno di aiuti. In pratica stiamo assistendo ad una reazione del mercato simile a quella che ha investito Unicredit nelle scorse settimane: prima dichiaravano che non c’erano problemi e improvvisamente hanno varato un aumento di capitale.
Lo ha fatto anche Profumo, non era altro che una manovra per rassicurare i risparmiatori. 🙂
Converrebbe ricordare che anche ING gode della safety net a tutela dei depositi.