I manager criticano le loro stesse aziende. Quasi paradossale ma è così. L’accusa? Le imprese non sono in grado, nella maggior parte dei casi, di programmare la loro stesso successione puntando e investendo su giovani talenti capaci di entrare subito nell’agone lavorativo.
Occorrono, invece, con la massima urgenza candidati “pronti subito” per ricoprire ruoli di leadership.
A dirlo è un’indagine realizzata da Korn Ferry, realtà leader nell’executive search e nei servizi di consulenza, che ha pubblicato un nuovo report sullo studio svolto a livello globale relativo al progetto di ‘Succession management’. Un’indagine condotta, fra agosto e settembre dello scorso anno, in aziende di 54 Paesi con un numero di dipendenti variabile fra i 500 e i 50mila.
“Meno di un terzo (32%) dei manager ritiene che la propria organizzazione stia investendo abbastanza per coltivare talenti ‘pronti subito’ per la successione”, dice una nota che diffonde i risultati dell’indagine. Eppure, “avere in ‘pipeline’ le persone giuste da promuovere nel processo di succession management – commenta Noah Rabinowitz, senior partner e global head Leadership Development di Korn Ferry – è fondamentale per lo sviluppo della leadership. Purtroppo, non è sufficiente fornire ai potenziali leader una formazione generica e aspettarsi che riescano ad affrontare le sfide legate alla direzione strategica di un’azienda. Il processo di crescita ha bisogno di essere strettamente legato agli obiettivi e alla strategia di business, quindi deve essere guidato anche sotto questo profilo”.
Come sempre, nella pianificazione dell’attività aziendale, il tempo e la prontezza sono fattori determinanti. Secondo Maurizia Villa, Managing Director di Korn Ferry in Italia, “le aziende, e questo non succede solo nel nostro Paese, non pianificano in modo efficace e soprattutto con anticipo un processo di successione manageriale e ciò è fortemente penalizzante”, avverte. Dallo studio di Korn Ferry emerge che solo il 54% degli intervistati ritiene che la propria realtà aziendale stia mettendo alla prova i potenziali candidati affidando loro nuove sfide e nuovi incarichi e soltanto il 53% che l’azienda è in grado di identificare candidati ‘pronti subito’ per ricoprire determinati ruoli di responsabilità.