I cieli milanesi e quelli singaporegni non sono mai stati così vicini come in questo momento: Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega Nord alla Camera, ha voluto evidenziare l’intesa raggiunta in merito alla compagnia asiatica Singapore Airlines, un accordo ottenuto insieme al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, e che va a interessare da vicino uno dei principali aeroporti del nostro paese, Malpensa. Che cosa è stato deciso esattamente? In pratica, la stessa Singapore Airlines aveva espressamente richiesto di poter volare su Milano appunto, una scelta che è poi divenuta una priorità del governo.
Fino al giorno scorso, infatti, l’autorizzazione per effettuare scali e decolli era stata addirittura negata e respinta in diverse occasioni. La Lega sta facendo letteralmente il tifo per il vettore asiatico, motivando questa scelta col fatto che Malpensa non potrà che beneficiare di un simile provvedimento, tanto che si pensa già al futuro sviluppo della zona industriale. Tra l’altro, la mancata autorizzazione potrebbe anche voler dire un trasferimento dell’hub di Singapore Airlines a Barcellona e la perdita del posto di lavoro per cinquemila dipendenti. Ad Alitalia, però, questa soluzione non piace affatto ed è pronta a riconsiderare la propria presenza nello scalo lombardo. La vicenda rimane quindi piuttosto intricata: i singaporegni ha chiesto di poter volare sia a Milano che a New York, ma finora le regole di reciprocità tra nazioni non hanno permesso tutto questo.
Le rassicurazioni di Matteoli andranno motivate nel dettaglio, visto che non è possibile derogare a queste stesse norme: in effetti, l’unica opzione è quella di far volare gli asiatici con un vettore italiano, il quale non sarà sicuramente Alitalia, mentre in Spagna e in Germania l’impasse è stata risolta attraverso l’operatività in codesharing con delle aziende locali, vale a dire Spanair e Lufthansa. Il problema è soprattutto comunitario, un nuovo servizio di questo tipo andrebbe a discapito delle compagnie europee, ma c’è da scommettere che la parola fine sia ancora lontana.
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