Una multa record di 800 milioni di dollari (450 milioni di dollari da consegnare al dipartimento di Giustizia Usa e 350 milioni per la Sec, la Commissione di controllo della Borsa statunitense) per la Siemens. L’accusa arriva dalle autorità statunitensi: aver corrotto alti ufficiali governativi in vari Paesi del mondo, per ottenere assegnazioni di appalti (una fornitura di attrezzature mediche in Russia tra il 2000 e il 2007, un progetto riguardante la carta d’identità in Argentina tra il 1998 e il 2004, la realizzazione di una linea di trasmissione ad alta tensione in Cina, tra il 2002 e il 2203, le linee della metropolitana in Venezuela).
Lo scandalo sulle attività illecite della multinazionale è esploso nel 2006. Secondo le accuse, la società avrebbe sistematicamente pagato tangenti tra il marzo 2001 e il settembre 2007: la Sec ne ha contate almeno 4.283 per un ammontare di 1,4 miliardi di dollari. Secondo gli inquirenti, sono circa 300 i dipendenti compromessi con queste attività illecite. Lo scandalo ha portato alle dimissioni di alcuni dirigenti di alto livello, tra i quali il direttore generale Klaus Kleinfel e il suo predecessore e presidente Heinrich von Piere.
La Siemens, ha ammesso le proprie responsabilità e quindi dovrà versare l’equivalente di poco meno di 600 milioni di euro. I rappresentanti legali della multinazionale hanno infatti ammesso di aver speso in tangenti 1,3 miliardi di euro per aggiudicarsi contratti stranieri.
La Siemens ha già messo da parte un miliardo di euro per pagare i danni dello scandalo. Anche il governo tedesco l’ha già multata per 200 milioni di euro per aver pagato 12 milioni di tangenti a funzionari governativi di Nigeria, Russia e Libia. Secondo il quotidiano Handelsblatt, la società e il governo tedesco dovrebbero arrivare a un accordo entro Natale che coinvolgerebbe altre presunte “bustarelle”.
Ma non sono finite le novità per la Siemens: Lenovo sta pensando di espandere la sua presenza nel settore computer acquisendo altre società concorrenti. Il colosso cinese pare ambisca alla Fujitsu Siemens, a proposito della quale si sentono da tempo voci riguardanti una possibile cessione delle attività pc in Europa.
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