La crisi non ha risparmiato neanche un colosso come Nokia: sebbene i prodotti tecnologici siano tra quelli più “anestetizzati” rispetto alla riduzione della domanda, anche la casa finlandese deve ora fare i conti con le perdite registrate nell’ultimo periodo. Una situazione di austerità che é venuta alla luce soprattutto negli ultimi mesi e che costringerà l’azienda a fare dei tagli non indifferenti sul personale. La casa finlandese sta pensando seriamente di spostare progressivamente nel corso di quest’anno in Far East le attività di produzione ed assemblaggio con conseguenti licenziamenti a Komarom, in Ungheria, Reynosa, in Messico e Salo, in Finlandia.
L’assunzione di nuova forza lavoro nei Paesi di destinazione però comporterà il licenziamento di 4000 unità: lo spostamento della produzione in Asia, come sottolineato dal management dell’azienda, é motivato dalla maggiore vicinanza ai fornitori dei componenti dei telefoni, lo scopo quindi sarebbe quello di migliorare il “time to market” dei prodotti e la competitività della compagnia. Nokia ha sempre detenuto il primato come produttore di cellulari, ma negli ultimi anni il suo posto é stato minato da sue rivali, Apple ovviamente in testa, che già ha delegato in toto (alla Foxconn per esempio) l’assemblaggio dei propri prodotti.
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I tagli saranno concretizzati entro il 2012 e porteranno nello specifico all’eliminazione di 3.500 addetti con la chiusura del sito di Cluj in Romania e delle attività commerciali a Bonn in Germania e a Malvern in USA. Questo taglio é solo l’ultimo di una lunga serie, visto che ammontano a più di 30 mila i tagli da quando il Ceo Stephen Elop ha assunto il ruolo di Ceo della compagnia, circa un anno e mezzo fa. Basti pensare che solo lo scorso novembre anche la joint venture Nokia Siemens Networks aveva eliminato ben 17 mila posti di lavoro, per puntare l’obiettivo sulla banda larga mobile.