Garanzie sui prestiti interbancari, ricapitalizzazioni, sospensione del criterio mark to market, commercial paper; sono questi i punti su cui si è concentrata la risoluzione dell’Eurogruppo. Mentre aspettiamo di conoscere ulteriori dettagli provenienti dai Consigli dei ministri di Francia, Germania e Italia (cifre esatte ancora non sono state rese pubbliche) cerchiamo di capire i perché di questa risoluzione e quali elementi della crisi si vogliono colpire.
Mercati bloccati. La scorsa settimana i mercati azionari hanno registrato perdite superiori al 20% in seguito ad un ondata di vendite senza precedenti. Quello che però preoccupa veramente gli addetti ai lavori è lo stato dei mercati monetari, ben più importanti di quello azionario ai fini della tenuta delle economie dei vari paesi. Nei mercati monetari infatti scorrono i flussi di denaro che banche e imprese si prestano con scadenze inferiori ai 18 mesi, flussi di denaro fondamentali per garantire la liquidità necessaria a finanziare i progetti delle imprese e a mantenere le banche in condizioni di equilibrio finanziario. Un mercato monetario bloccato espone al rischio di fallimento alcune banche e riduce la quantità di progetti che vengono finanziati dalle imprese. Se i titoli azionari scendono viene danneggiato solo chi ha investito in azioni, se va in stallo il mercato monetario si trovano in difficoltà sia le imprese che le banche. Era proprio questo ciò che stava succedendo negli ultimi giorni e che ha spinto i governi ad agire.
Garanzie sui prestiti interbancari. Il mercato interbancario è un segmento del mercato monetario e riguarda i prestiti di denaro da banca a banca. Il mercato interbancario è fondamentale per la stabilità delle banche perché queste possono attingervi nel caso si verifichino momentanei squilibri nella gestione della liquidità. Nelle ultime settimane in Europa abbiamo assistito ad un continuo aumento dei tassi di interesse interbancari (Euribor e Libor), segno che le banche, non fidandosi più le une delle altre, non erano disposte a prestare la liquidità in eccesso. Questa situazione però acuiva i problemi delle banche già in difficoltà, aumentandone il rischio di fallimento. Era in pratica un cane che si morde la coda. I governi europei hanno deciso di garantire i prestiti sui mercati interbancari, nella speranza che le banche che hanno liquidità in eccesso tornino a prestare denaro a chi si trova ne ha bisogno (interessante a tal proposito l’articolo di Angelo Baglioni apparso su lavoce.info)
Ricapitalizzazioni. La solidità di una banca è la capacità di far fede ai pagamenti dovuti. Se la banca ha risorse a sufficienza riuscirà a rispettare le obbligazioni contratte con altri soggetti, altrimenti rischia il fallimento. I governi europei hanno deciso stanziare risorse che serviranno a ricapitalizzare le banche in difficoltà. Se una banca ne facesse richiesta, lo Stato comprerebbe azioni privilegiate (senza diritto di voto), versando nelle casse della banca stessa soldi freschi per il controvalore delle azioni. Recentemente Unicredit ha varato un aumento di capitale per non mettere a rischio la propria solidità, in questo caso però non è intervenuto lo Stato. Nell’articolo su Unicredit è presente anche una definizione di Core Tier 1, uno degli indici di solidità di una banca.
Revisione norme contabili. Un altro elemento su cui l’Eurogruppo ha preso una decisione è la sospensione della regola “mark to market” per la contabilità. Fino ad ora le società erano obbligate in fase di redazione del bilancio a valorizzare gli asset finanziari a valore di mercato. Quindi se una banca aveva in portafoglio titoli pagati 10 miliardi, ma da cui si aspettava di ricavare massimo 5 miliardi in caso di vendita, nel bilancio doveva inserire la cifra corretta. Da qui le enormi svalutazioni di cui abbiamo sentito parlare nell’ultimo anno per i titoli legati al mercato immobiliare USA. La regola mark to market è efficace nel caso in cui sia effettivamente presente un mercato per gli asset in portafoglio della banca, con scambi che avvengono spesso. Negli ultimi mesi però abbiamo assistito ad una totale contrazione delle transazioni sui titoli immobiliari ed è diventato praticamente impossibile definire il prezzo di mercato, da qui una sospensione della regola mark to market.
Commercial papers. Un altro importante elemento di cui si è discusso sono le commercial papers, con la richiesta fatta alla BCE di seguire quanto fatto dalla FED creando un fondo per l’emissione di questi strumenti. Le commercial papers sono obbligazioni a breve termine per le quali non sono richieste garanzie specifiche. In pratica una società va dalla BCE e chiede denaro in prestito promettendo di restituirlo entro un anno (insieme agli interessi). Quello che conta è solo la promessa e non è necessario offrire garanzie collaterali. Le commercial paper sono quindi strumenti tramite i quali le società più affidabili possono reperire denaro in modo rapido e “senza troppi problemi”. La creazione di un fondo ad hoc servirebbe a scongiurare il rischio che le imprese europee si trovino in difficoltà nel trovare denaro con cui finanziari i progetti di investimento; l’obiettivo è quello di evitare che la crisi finanziaria arrivi a colpire l’economia reale.
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