Non sono positive le previsioni economiche della Banca d’Italia riguardo all’andamento dell’economia del nostro paese: quest’ultima, infatti, secondo l’istituto creditizio, dovrebbe subire la sua peggiore contrazione da più di trent’anni a questa parte. Bankitalia ha inoltre precisato in una dichiarazione pervenuta via e-mail che:
Se si dovessero tenere in considerazione le misure adottate dal governo, l’economia dovrebbe scendere di 2 punti percentuali, per poi riprendersi ed espandersi dello 0,5% nel 2010.
L’ultima contrazione economica di questo tipo in Italia si era verificata nel 1975. Le previsioni economiche della banca centrale sono notevolmente peggiori rispetto a quanto avevano annunciato Confindustria e Confcommercio, le quali avevano dichiarato che la contrazione economica sarebbe stata dell’ordine, rispettivamente, dell’1,3% e dello 0,6%.
Questa divergenza di vedute sottolinea e rafforza gli attriti tra il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, e il ministro dell’economia Giulio Tremonti: lo stesso Tremonti ha rilasciato questa settimana una dichiarazione al quotidiano francese Les Echos, secondo cui non bisogna sottostimare l’economia italiana. Tra l’altro, c’è da ricordare che solamente sei mesi fa Bankitalia aveva previsto una crescita economica dello 0,4%. Tremonti ritiene realistiche le previsioni della nostra banca centrale, anche se non sono ancora pronte le analisi economiche del governo (quelle attualmente disponibili indicano che nel 2009 vi sarà un’espansione economica dello 0,5%).
L’Italia sta già affrontando la quarta recessione degli ultimi sette anni: la crisi finanziaria globale ha infatti spinto molte compagnie a tornare alle produzioni di scala e sono divenuti sempre più difficili i prestiti da poter effettuare per gli investimenti. La “discordia” tra governo e Banca d’Italia aveva raggiunto il suo apice lo scorso 18 dicembre, quando il ministro Tremonti aveva duramente attaccato il Financial Stability Forum, il gruppo di regolatori guidato proprio dal governatore Draghi (Tremonti aveva affermato di non voler prendere lezioni da chi non capiva nulla della crisi economica): il gruppo si è fatto promotore presso il G7 di alcune iniziative volte a superare la difficile situazione finanziaria.
Leggo su Euroschiavi (e vabbè)che “La Banca d’Italia […]ha un attivo patrimoniale di di più di 3 milioni e cinquecentomila miliardi delle vecchie lire. Lo stato, ossia i contribuenti, hanno un debito pubblico di circa 3 milioni di miliardi delle vecchie lire. Se la Banca d’Italia fosse dei cittadini, noi avremmo un attivo di 500 miliardi delle vecchie lire invece del debito” (pag. 171)
Qualcuno è in grado di confermare i dati?
Cosa ne pensate?