Istanza di fallimento: la sorte dell’ospedale milanese San Raffaele è ormai segnata e l’ultima mazzata è stata quella della Procura di Milano, la quale ha deciso appunto di procedere in tal senso, a causa della complicata situazione finanziaria in cui trova attualmente la struttura privata. L’istanza in questione non è altro che la conseguenza più immediata e ovvia delle enormi passività che sono state contratte (circa 1,5 miliardi di euro), senza dimenticare che lo stesso San Raffaele aveva la possibilità di sanare la situazione presentando un apposito piano di salvataggio, ma ormai i termini previsti in tal senso sono finiti e la procura lombarda non potrà attendere oltre.
La nota dei pm non poteva essere più chiara; in effetti, in tale documento si legge soprattutto che il cda dell’omonima fondazione ospedaliera non ha potuto che prendere atto del deposito dell’istanza di fallimento, mentre il piano relativo al risanamento dovrà attendere altri dieci giorni per ottenere la stessa destinazione, anche perché c’è da rispettare un’ulteriore scadenza, vale a dire quella del prossimo 10 ottobre. Bisogna comunque sottolineare che le attività dell’ospedale stanno proseguendo per il momento in maniera normale e tranquilla. La fondazione è in uno stato di insolvenza troppo profondo, tanto che nemmeno l’ipotesi del concordato preventivo è più percorribile, dato che questa estrema procedura concorsuale prevede un accordo con i creditori per scongiurare almeno il default, ma evidentemente non è il caso del San Raffaele.
Il 12 ottobre, invece, rappresenterà un altro appuntamento fondamentale per la vicenda in questione, con le parti coinvolti che saranno riunite in udienza; in effetti, l’intenzione è quella di salvaguardare le occupazioni e di tutelare l’interesse pubblico. Tra l’altro, la stessa procura è fermamente convinta che le fuoriuscite patrimoniali debbano essere bloccate al più presto, in modo da evitare guai ancora più gravi, cercando la soluzione più idonea possibile anche per gli utenti.
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