Santos Ltd., la terza maggior azienda australiana attiva nella produzione di petrolio e gas naturale, ha avviato alcuni negoziati volti a stabilire la sua responsabilità nel disastro provocato dalla eruzione di fango che due anni e mezzo fa ha colpito l’Indonesia, provocando lo sfollamento di più di 30.000 persone e milioni di dollari di danni: secondo gli analisti economici, l’obiettivo principale è quello di trovare un accordo tra le parti. L’accordo, il quale avrebbe comunque bisogno dell’approvazione dei regolatori indonesiani, potrebbe essere raggiunto già durante questa settimana, secondo quanto rivelato dall’Australian Financial Review. Il fango aveva cominciato a colare dal Banjar Panji dopo un’eruzione avvenuta nel maggio 2006 ed aveva inondato case, risaie e fattorie.
Il costo che la società australiana potrebbe pagare in questo caso si aggira su una cifra superiore agli 830 milioni di dollari australiani (549 milioni di dollari). Andrew Williams, analista finanziario di Credit Suisse Group di Melbourne, si è così espresso al riguardo:
L’intera questione può essere sintetizzata nel fatto che nessuno sa di che proporzioni sarà la responsabilità di Santos; potrebbe essere molto bassa, ma anche significativamente alta.
In febbraio, Santos ha provveduto a far aumentare le forniture per l’incidente da 7 milioni a 79 milioni di dollari: in settembre, poi, la stessa compagnia ha fatto sapere di ritenere la fornitura stanziata appropriata alla situazione ed ha respinto le accuse secondo cui starebbe sottovalutando la gravità del disastro.
La compagnia australiana ha guadagnato 7,8 punti percentuali alla borsa di Sydney, raggiungendo quota 13,90 dollari australiani. La ditta Lapindo Brantas, dai cui pozzi è fuoriuscita la colata di fango, ha fatto sapere tramite il suo portavoce, Yuniwati Teryana, che è in fase di studio la decisione per l’acquisto della partecipazione di Santos: la scelta finale sarà effettuata entro questa settimana, anche se non si conosce ancora il valore della transazione.