Sono giunti gli ultimi dati relativi all’andamento delle sofferenze bancarie nel corso del mese di dicembre 2012. Dati che permettono agli osservatori di settore – e agli stessi istituti di credito – di comprendere come sia andato il 2012 (male), e in che modo potrebbe aprirsi il 2013 (negativamente). Cerchiamo allora di comprendere quali sono state le principali considerazioni a margine della pubblicazione dei dati statistici in questione.
Secondo quanto affermato dal Rapporto mensile dell’Abi, a dicembre lo spread tra il tasso medio applicato dagli istituti di credito sui prestiti e quello medio riconosciuto sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie è stato di 170 punti base, in crescita di un bps rispetto a novembre (e in grado di rappresentare il minimo storico, nonchè 53 punti base al di sotto del valore di dicembre 2011). Il Rapporto mensile Abi segnala anche come nella media 2012 il differenziale sia stato pari a 187 punti (vedi anche Bankia verso uscita dai listini).
Ma a preoccupare sono soprattutto le sofferenze lorde, che nel corso del mese sono cresciute a 121,8 miliardi di euro (+ 2 miliardi di euro). In rapporto agli impieghi, affermava il rapporto, in novembre, le sofferenze sono state pari al 6,1 per cento (contro una percentuale del 5,3 per cento nel 2011).
In calo, al contrario, i prestiti a famiglie e società non finanziarie a 1.476 miliardi di euro, con un passo indietro di 2,4 punti percentuali su base annua (-3,1 punti percentuali a novembre).
Bene anche la raccolta (volume complessivo di depositi e obbligazioni), che nel corso del mese di dicembre è stata pari a 1.754,6 miliardi di euro, in incremento di 1,21 punti percentuali su base annua (vedi anche Bank of America utile terzo trimestre 2012).
Le prospettive per la prima parte del 2013, almeno sul fronte delle sofferenze, non sembrano promettere niente di buono: è pertanto probabile che il livello del deterioramento dei crediti possa proseguire nella strada al rialzo.