C’è da chiedersi come reagirà il titolo Telecom in Borsa. Dopo l’Antitrust, infatti, arriva la Consob a mandare la Guardia di Finanza negli uffici Telecom di Milano e Roma per raccogliere la documentazione necessaria ad indagini ben specifiche che, sembra proprio, prenderebbero di mira Vivendi.
La Consob è infatti interessata a comprendere appieno la natura dei rapporti tra Tim e Vivendi e quanta influenza quest’ultimo è in grado di avere attraverso la possessione del 23,9% del capitale ordinario. Perché è basilare questa indagine? Molto semplice: se l’ente dovesse trovare prove dell’esercitazione di direzione e coordinamento da parte della società francese, scatterebbe per Vivendi l’obbligo di consolidamento del debito che i precedenti azionisti, Olimpia e Telco, avevano evitato.
Per quanto infatti teoricamente non sarebbe possibile, Vivendi è senza dubbio molto più importante di quel che sembra all’interno del cda di Telecom Italia. Sono molte le operazioni evitate grazie alla sua influenza (una tra tutte la conversione delle azioni di risparmio che avrebbe diluito la sua quota fino a portarla al 17%, N.d.R.) o ancora anche il lungo tira e molla sulla presidenza che, nonostante la conferma per Giuseppe Recchi di un nuovo mandato, si è poi tramutata in un’occasione per costringere il primo a lasciare il posto al ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine. Insomma, tante piccole e grandi “manovre” che seppur legali non sono passate inosservate a livello ufficiale.
La Consob, davanti all’ennesimo tentativo di mettere nuovamente mano alla governance della Telecom ha decso di passare ai fatti, facendo partire le dovute richieste ed i necessari controlli.