Nuovo richiamo per ben 270.000 vetture prodotte dal colosso Giapponese, questa volta per problemi al motore; dopo lo scandalo di pochi mesi fa’ sul ritiro di decine di migliaia di automobili dagli Stati Uniti per difetti nell’impianto frenante, ed una causa miliardaria che convolge i vertici della Toyota, ecco l’ennesimo duro colpo alla multinazionale che definisce gli standard per le utilitarie.
Ma questo accanimento ha senso? I ritiri dal Mercato di vetture con problemi c’è sempre stato, ed ha colpito indifferentemente tutte le case automobilistiche, anche di fascia alta; basti pensare al primo modello di Mercedes classe A, ritirato per problemi di aerodinamica, oppure ai primi modelli di Audi TT con il medesimo difetto.
Ancora oggi molti mezzi commerciali (come autocarri di piccole e grandi dimensioni) soffrono di problemi meccanici più o meno gravi e vengono costantemente sottoposti a migliorie anche molti anni dopo la vendita.
L’idea di un complotto contro la Toyota è sicuramente azzardata e fantasiosa, ma se si pensa che il primo grande richiamo di automobili (casualmente avvenuto in esclusiva sul suolo USA) si è poi rivelato in molti casi un problema di “conducente” e non di “mezzo”, ed è stato prontamente seguito da una spietata campagna pubblicitaria satirica a favore dei marchi Americani, è meglio aspettare a sentenziare la multinazionale per eventuali” problemi al motore” non meglio specificati, ed attendere invece più trasparenza per tirare le conclusioni e decidere di boicottare il marchio.
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