Durante la crisi dei subprime degli anni precedenti una lunga serie di istituti di credito degli Stati Uniti sono crollati, anche se poi tutto si è “risolto” con l’acquisto da parte della rimanenza “sana” a prezzi scontati dei primi. Ora che la crisi monetaria interessa l’area Euro (grazie anche, lo ricordiamo sempre, all’attacco proprio dagli Stati Uniti tramite le agenzie di rating) ci si aspetta da diversi mesi l’equivalente di quello che è successo oltre oceano.
Dopotutto ad essere ancora una volta nel mirino sono proprio gli istituti di credito Europei, oltre che i debiti sovrani che sembrano diventati ingovernabili. Da quando l’Euro ha cominciato ad accusare i suoi problemi, questo è il primo vero effetto della fase di crisi che stiamo passando ed interessa il colosso UBI Banca.
Il Gruppo Bancario è costretto a rivedere al ribasso il piano industriale 2011-2015, iniziando proprio con le indiscrezioni trapelate oggi sulla chiusura di filiali e sportelli. Si tratta, al momento, di ridimensionare la presenza chiudendo 84 sedi tra filiali (36) e minisportelli (48). Il programma comunque prevede anche una parte di investimenti nei territori in via di sviluppo per il settore, che vede in contrapposizione al ridimensionamento sulle zone consolidate un’investimento per 50 sportelli nuovi.
Sia l’apertura delle nuove sedi, sia la chiusura o la riqualificazione delle precedenti, erano parte di un progetto iniziato il 16 Maggio 2011 che ora però arriva ad una svolta; il mancato accordo tra UBI Banca ed i sindacati costringe la prima a proseguire in solitaria, scartando d’ora in avanti ogni possibilità di accordo bilaterale.
Nei dettagli apprendiamo che la rete più interessata dal provvedimento è Camine che perderà una filiale e 23 minisportelli. Seconda per entità di provvedimenti c’è la rete del Banco di Brescia, seguita dalla Popolare di Ancona e dal Commercio e Industria. Ancora Banco di San Giorgio, Popolare di Bergamo e la Banca Regionale Europea per finire con la chiusura della sede di Firenze di UBI Banca dedicata al Private Investment.
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