La banca svizzera Ubs ha annunciato svalutazioni sui mutui Usa per il valore di 19 miliardi di dollari, una cifra record. Già nel mese di febbraio aveva già svalutato per 18,5 miliardi, raggiungendo così cifra 37. E’ previsto un nuovo aumento di capitale di 15 miliardi di franchi svizzeri (che corrispondono perlopiù alla stessa somma in dollari). Per fare chiarezza ed evitare incertezze future Ubs ha scelto di rendere note subito tutte le svalutazioni, scelta premiata dalla Borsa: a Zurigo il titolo ha infatti guadagnato il 12%.
Il buco che si è creato è di 12 miliardi di dollari e per coprirlo parteciperanno all’aumento di capitale Morgan Stanley, Jp Mporgan, Bnp Paribas e Goldman Sachs. Nel mese di febbraio invece a “tappare il buco” era stato il fondo sovrano di Singapore. Nei primi tre mesi del 2008 Ubs si è impegnata nel ridurre l’esposizione sul mercato immobiliare statunitense, passando da 27,6 miliardi di dollari a 15.
Per risanare i propri profitti Ubs ha annunciato che creerà una divisione separata per occuparsi di questi assets, in modo da poter gestire le altre attività ed ottenerne profitti. Conseguenza delle svalutazioni anche le dimissioni del presidente del Cda Marcel Ospel, sostituito da Peter Kurer.
Quali sono i dati positivi in tutto questo? Le perdite sono rimaste all’interno della forbice prevista, sebbene nella parte alta, eliminando così il fattore sorpresa, pericolo numero uno per i mercati quando si tratta di cattive notizie. Le attività principali della banca inoltre restano abbondantemente in attivo, scongiurando così una possibile fuga degli investitori. Non sarà facile per Ubs quindi, ma non sarà affondata dalla crisi come è successo ad esempio alla banca d’affari Bear Stearns.
La stampa svizzera intanto si è scatenata contro Marcel Ospel, colpevole di aver messo in atto una strategia troppo aggressiva, e rischiando troppo, portando così la banca elvetica sull’orlo del fallimento. Le sue dimissioni sono state accolte con malcelata soddisfazione da tutti.
Ulteriori svalutazioni però non sono da escludere. Non è solo la banca elvetica ad avere difficoltà legate ai mutui subprime; in Europa anche Deutsche Bank ha annunciato svalutazione per 3,9 miliardi di dollari.
2 commenti su “Ubs ancora perdite legate ai mutui subprime, e la crisi non è finita”