Ieri sera tutto il mondo è stato scosso da una notizia che ha purtroppo rievocato tragici eventi legati alle dinamiche del terrorismo internazionale dell’ultimo decennio. La maratona di Boston, una delle più antiche al mondo, è stata segnata da un attentato che ha provocato più di 100 feriti e due morti, tra cui un bimbo. Due bombe sono esplose dentro un hotel a poche decine di metri dalla linea d’arrivo. Un terzo ordigno è stato individuato prima che potesse esplodere ed è stato messo in sicurezza dagli artificieri.
I mercati finanziari hanno pagato anche loro lo shock di quello che è probabilmente un attentato di matrice terroristica, anche se finora non è stata ancora accertata la natura delle deflagrazioni. La paura è salita oltre le soglie di allerta, tanto che a New York sono state rafforzate le misure di sicurezza per prevenire eventuali attacchi terroristici in successione. Alla borsa di Wall Street gli indici azionari hanno innescato la retromarcia, a seguito di brusche liquidazioni effettuate dagli investitori.
Al Nyse l’indice Dow Jones ha chiuso la seduta di borsa con una flessione dell’1,79% a 14.599,20 punti. L’indice ha chiuso praticamente sui minimi di giornata, ma giovedì scorso aveva toccato un nuovo record di sempre a 14.887,50 punti. In forte calo anche l’indice S&P500, che ha addirittura perso il 2,3% a 1.552,36 punti. Giovedì scorso l’indice aveva toccato il massimo storico di 1.597,35. Ieri le vendite sono state così incessanti, che l’indice alla fine ha chiuso precisamente sui minimi di giornata. Chiude in rosso anche il Nasdaq Composite, che cede il 2,38% a 3.216,49 punti.
Il presidente americano Barack Obama è in contatto con le autorità locali e sta seguendo con attenzione l’evolversi della vicenda. Le breaking news sull’attentato di Boston sono state riportate intorno alle ore 21 ora italiana. Il calo degli indici americani, nonostante sia stato dettato da motivazioni che vanno al di là della matrice prettamente finanziaria, arriva dopo giorni di continui guadagni e record storici. Non sono scattati gli acquisti su quello che una volta era il bene rifugio per eccellenza, ovvero l’oro, anzi è il tonfo delle quotazioni non si è fermato: oro a picco sfiora 1.350 dollari sui minimi a 2 anni, ma poi prosegue il crollo fino in area 1.320 dollari.