A metà aprile i prezzi dell’oro hanno messo a segno una discesa così forte che non si vedeva da 30 anni. Fino a quel momento le quotazioni del metallo giallo si erano mosse quasi sempre nella stessa direzione degli indici azionari (in particolare quelli americani), mostrando quindi una forte correlazione positiva. Il crollo dell’oro non è stato, però, seguito sul Nyse dall’indice Dow Jones e S&P500. Tuttavia, nelle ultime cinque sedute l’indice S&P500 ne ha chiuso tre in rosso e due hanno evidenziato ribassi rispettivamente del 2,3% e dell’1,43%.
Wall Street sembra, quindi, iniziare a seguire nuovamente la storica correlazione dopo il momentaneo decoupling iniziato poco dopo la prima settimana di questo mese. In effetti i prezzi dell’oro sono cresciuti in concomitanza con i mercati azionari americani, spinti dalle stesse forze che hanno consentito a Wall Street di raggiungere nuovi record assoluti. Infatti, l’abbondanza di liquidità è la variabile-chiave che permette di leggere i rialzi degli ultimi anni di oro e azionario.
L’oro crolla a 1.321 dollari ai minimi da gennaio 2011, mentre Wall Street aggiorna nuovi massimi storici. Dieci giorni fa l’indice S&P500 ha sfiorato quota 1.600 punti, ovvero il target che molti analisti si aspettavano per l’anno in corso. Ora broker e banche d’affari hanno già alzato nuovamente le loro stime, facendosi contagiare come al solito dal momento di euforia attuale. Tuttavia, al di là delle manovre della Fed, c’è da sottolineare che quest’anno la locomotiva Usa non crescerà a ritmi elevati. Secondo Bank of America Merrill Lynch il tasso di crescita sarà del 2% circa, in quanto ci sarà una flessione dei consumi e della propensione al risparmio.
Secondo gli specialisti di Ubs gli investitori americani sono troppo ottimisti e troppo “sovraeccitati”. Il guru di Pimco, Mohamed El-Erjan, ha dichiarato che tutti i mercati finanziari sono ormai “virtualmente su livelli artificiali” e che se non saranno giustificati dai fondamentali ben presto per gli investitori potrebbero iniziare i guai. Il sell-off dell’oro è un campanello d’allarme, ma si sa che gli invesitori restano esuberanti fin quando il semaforo è verde.