Torna il rosso su tutte le borse mondiali, segnale che l’euforia portata sui mercati dall’acquisto di Fannie Mae e Freddie Mac è durata un solo giorno. E se ieri in Europa il calo c’è stato, ma moderato (perdita massima il -1% di Parigi), stessa cosa non si può dire di Stati Uniti e Brasile. Nel paese a stelle e strisce lo Standard & Poor’s 500 ha perso il 3,4%, segnando il peggior calo da un anno e mezzo ad oggi; in Brasile invece il Bovespa ha lasciato sul terreno il 4,5%. Ma vediamo con ordine cosa è successo.
Primo evento da sottolineare della giornata di ieri è il fallimento delle trattative tra Lehman Brothers e Korea Development Bank per l’aumento di capitale da 6 miliardi di dollari. Il titolo della quarta banca d’affari americana è sceso del 44% a causa dei forti dubbi sulla capacità della società di riuscire a trovare liquidità per far fronte alle ingenti perdite fatte registrare nel corso dell’anno. E la crisi di liquidità spaventa tutto il settore finanziario: a Wall Street l’indice settoriale ha perso il 3,8%. In evidenza anche American International Group, il titolo della più grande società assicurativa americana ha fatto registrare un -20%.
Altro settore che ha subito un’ondata di vendite è stato quello energetico, con l’indice settoriale in discesa del 5,85% a causa del prezzo del petrolio che continua a scendere. Ieri l’Opec ha fatto capire che probabilmente non attuerà una riduzione dell’offerta e questo ha portato il Brent europeo sotto quota 100$ al barile. A Wall Street sono scese tutte le società produttrici di petrolio, ma anche quelle legate al carbone e al gas. Exxon ha perso il 4,5%, Massey Energy (produttrice di carbone) ha perso il 20%. Scendono poi il settore immobiliare che annulla i guadagni del giorno precedente e le materie prime in quanto prosegue la discesa dei prezzi delle commodities per le aspettative di rallentamento della domanda.
In Brasile le cose sono andate ancora peggio. L’indice Bovespa è infatti molto influenzato dall’andamento delle società legate alle materie prime, società che hanno sofferto per la discesa dei prezzi di zucchero, petrolio e metalli. Cosan (zucchero di canna) ha perso il 14,7%, Petrobras (petrolio) il 6,3%, Usiminas (acciaio) l’8,7%. Continua poi a scendere la valuta brasiliana: il real ieri ha perso il 2,3% portandosi ai minimi dell’anno. Il ministro delle finanze brasiliano si è espresso sulla valura locale evidenziando che i forti cali (il real questo mese ha perso l’8,3%) sono dovuti in particolare al calo delle commodities che determina un peggioramento del saldo commerciale con l’estero.