Brilla più che mai la domanda di oro: la constatazione può essere fatta soprattutto in relazione agli ultimi dati che sono stati diffusi dal World Gold Council. Come è noto, si tratta di una associazione industriale che raggruppa le principali aziende minerarie aurifere e che ha sede nel Regno Unito, il quale in questa occasione ha provveduto a rendere noto l’ammontare della domanda nel terzo trimestre del 2011. Ebbene, non ci si può certo lamentare in tal senso, dato che è stato registrato un aumento pari a sei punti percentuali, con la quota complessiva che si è avvicinata moltissimo alle 1.054 tonnellate. Che cosa vuol dire un valore di questo tipo e di queste dimensioni?
In pratica, se si dovesse considerare l’informazione in termini di controvalore vero e proprio, allora la domanda stessa sarebbe pari a 57,5 miliardi di dollari, un ammontare importante e che conferma la prevalenza del biondo metallo come bene rifugio per gli investitori. Il record in questione è di tutta evidenza e mette in luce come gli investimenti aurei siano aumentati di ben trentatre punti percentuali, con un importo totale di 25,6 miliardi di dollari e un quantitativo che è stato capace di superare la soglia delle 468 tonnellate. Perché ci si sposta sempre di più verso l’oro?
Il World Gold Council ha le idee molto chiare da questo punto di vista e ha giustificato il trend appena descritto con ben quattro motivazioni: si tratta, infatti, del rialzo del tasso di inflazione, dei tagli subiti dal rating di breve termine degli Stati Uniti, dal peggioramento della crisi economica dell’eurozona e del pessimo andamento degli altri assets finanziari, tutti elementi che hanno convinto circa la scelta di un’alternativa valida e sicura. In particolare, la domanda in questione è stata letteralmente trainata da uno specifico strumento, l’Exchange Traded Fund, con un interessante +58% e 77,6 tonnellate totali.
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