Yahoo a Microsoft: si può fare ma non a questo prezzo

La saga Yahoo Microsoft sta diventando più lunga di Star Wars e più appassionante di Lost. Micorsoft ha inviato a Yahoo una lettera dal tono decisamente perentorio in cui concede al cda tre settimane per vendere e per accettare quindi la loro proposta d’acquisto di 44,6 miliardi di dollari. Qualora non dovessero accettare, Microsoft ha annnciato che si rivolgerà direttamente agli azionisti, a quel punto ad un prezzo nettamente inferiore, con l’obiettivo di mettere in atto una vera e propria scalata.

Microsoft ha anche sottolineato come da gennaio, quando la prima offerta è stata fatta, il valore di Yahoo sia sceso e come attualmente la propria offerta sia superiore al valore di mercato dela società, valutata 41 miliardi. La lettera di Microsoft è stata inviata il 5 aprile, stabilendo così come termine ultimo il 26 aprile. Ma Jerry Yang non ha fatto aspettare così tanto ed ha risposto subito.

Nella lettera, pubblicata per intero dal sito News.com l’offerta di Microsoft viene rifiutata ma non si tratta solo di un “no grazie”.

Expo 2015 e i suoi effetti sulla Borsa

L’Expo 2015 a Milano fa bene anche alla borsa: a beneficiarne soprattutto i titoli immobiliari. Risanamento ad esempio ha guadagnato il 5,1%, Bastogi il 14% e Brioschi il 13,5%, e sono le due società proprietarie con Fiera Milano dell’area in cui sorgerà l’Expo e di altri terreni che per questa occasione diventeranno edificabili.

Abaxbank, la banca d’investimento del Credem, ha segnalato infatti Bastogi e Brioschi tra le società che maggiormente potrebbero trarre vantaggio dall’Expo 2015, così come Caltagirone, Ferrovie Nord Milano, Impregilo ed Astaldi (perchè checchè se ne dica di cemento ne scorrerà a volontà).

Il titolo di Fiera Milano ha invece effettuato un vero e proprio rally dalla notizia dell’assegnazione dell’Expo ad oggi: in tre giorni è passata da 4 euro (minimo storico) a 11, salvo poi crollare ed essere sospeso al ribasso.

Risulati 2007 Edison: il titolo riprenderà fiato?

Edison è uno dei principali operatori italiani nell’energia. Produce, importa e vende energia elettrica e idrocarburi (gas naturale e petrolio). L’anno appena concluso ha visto Edison migliorare ulteriormente i risultati operativi, aumentando la propria partecipazione al mercato italiano e imboccando la strada dello sviluppo estero. Questi risultati sono stati realizzati in un contesto esterno particolarmente difficile. Nel corso dell’anno, infatti, i mercati dell’energia elettrica e del gas hanno mostrato un deciso rallentamento rispetto ai trend storici: la domanda di energia elettrica è cresciuta dello 0,7%, quella di gas appena dello 0,1%, a fronte di una media negli ultimi 10 anni del 2,3% nel settore elettrico e del 3,8% in quello del gas. Le cause di tale contrazione vanno ricercate sia nella bassa crescita dell’economia, sia nell’eccezionale mitezza del clima dello scorso inverno.

L’Assemblea degli azionisti di Edison SpA ha approvato nei giorni scorsi il bilancio relativo all’esercizio 2007, che si è chiuso con un utile di 449 milioni di euro (632 milioni nel 2006). A livello consolidato, l’utile è stato pari a 497 milioni di euro (654 milioni nel 2006). L’Assemblea ha inoltre deliberato di distribuire un dividendo di 0,05 euro per azione ordinaria, in crescita del 4,2% rispetto agli 0,048 euro dell’anno precedente, e di 0,08 euro per azione di risparmio (+2,6% rispetto al 2006. Il dividendo sarà pagato il 17 aprile 2008. L’Assemblea ha inoltre eletto Giuliano Zuccoli Presidente della Società e nominato i seguenti 13 Amministratori: Pierre Gadonneix, Marco Merler, Daniel Camus, Renato Ravanelli, Gerard Wolf, Paolo Rossetti, Marc Boudier, Ivan Strozzi, Umberto Quadrino, Gregorio Gitti, GianMaria Gros Pietro e Mario Cocchi. Al termine dell’Assemblea degli Azionisti, si è riunito il Consiglio di Amministrazione, che ha confermato Umberto Quadrino amministratore delegato.

Antitrust: negozi aperti anche la domenica

L’Authority ha deciso di avviare un monitoraggio sulla regolamentazione dell’apertura degli esercizi commerciali nei comuni turistici. L’Antitrust afferma che:

i vincoli all’apertura costituiscono un ostacolo all’adozione di strategie differenziate da parte dei negozianti e, quindi, all’ampliamento dell’offerta a beneficio dei consumatori e quindi non ci deve essere alcun obbligo di chiusura dei negozi nei giorni di festa ed è necessario che il Comune di Roma riesamini il contenuto dell’Ordinanza nella parte in cui non consente agli esercizi commerciali una libera determinazione delle modalità di svolgimento della propria attività economica.

A Roma vige ancora l’ordinanza del 2005 del comune, che prevede la possibilità di deroga alle sole giornate del primo novembre e dell’8 dicembre, mentre solo gli esercizi situati in zone centrali di interesse artistico e turistico possono aprire la domenica durante l’anno. Dal 1998 la legge ha liberalizzato l’apertura degli esercizi commerciali nei comuni ad economia prevalentemente turistica e nelle città d’arte, prevedendo espressamente che in tali Comuni gli esercenti possano derogare all’obbligo d chiusura domenicale e festiva». Una norma che però, il Comune di Roma non ha rispettato emanando nel 2005 la suddetta ordinanza. Proprio a Pasquetta la capitale era presa d’assalto da turisti italiani e stranieri, ed il comune di Roma ha multato alcuni negozi rimasti aperti.

Lottomatica annuncia il piano per i prossimi 3 anni e guadagna in Borsa

Presentato a Londra il nuovo piano industriale 2008-2010 per il gruppo italiano Lottomatica. Sono previsti ricavi in crescita fino a 2,50 miliardi con un tasso di crescita annuo medio del 13-15%. L’Ebtida è prevista in crescita fino a 900-935 milioni di euro entro due anni ed un tasso di crescita del 9-10%.

L’utile per azione per l’anno in corso sarà compreso in una forbice tra gli 0,75 e gli 0,85 euro che nel 2010 potrebbero arrivare a 1,44-1,55. Il reddito operativo del 2008 è previsto di 420-435 milioni di euro e di 600-650 tra due anni.

L’obiettivo del gruppo, secondo quanto dichiarato dal presidente Lorenzo Pellicioli, è di diventare leader nel mercato mondiale regolamentato dei giochi. Sono quattro i settori a cui punta Lottomatica: le lotterie istantanee tradizionali, le scommesse sportive, il canale interattivo ed il gaming solution.

La crisi delle compagnie aeree: in Usa ne sono fallite altre quattro

Sappiamo tutti come stanno le cose per Alitalia, vi abbiamo informato anche sulle difficoltà finanziarie di Ryanair. Ebbene anche in Usa le compagnie aeree faticano e non poco: nel giro di poco tempo ne sono fallite tre, Skybus Airlines, Aloha Airlines e ATA Airlines.

La prima in ordine cronologico è stata la Aloha Airlines, una compagnia hawaiana, che ha dichiarato bancarotta ed il 31 marzo ha sospeso i propri voli. Per continuare a volare avrebbero avuto bisogno di un compratore, ma nessuno si è fatto avanti. Nella compagnia lavoravano circa 18 mila dipendenti adesso tutti mandati a casa. A mettere in difficoltà la compagnia aerea la concorrenza delle compagnie low cost, la crisi dell’economia americana ed il prezzo del carburante.

Poco dopo è toccato ad Ata Airlines: la compagnia di Indianapolis ha sospeso tutti i voli e la causa, almeno secondo quanto riferiscono, sarebbe la perdita di un contratto per il trasporto charter di personale militare.

La crisi dei fondi

Continua la crisi dei fondi italiani: secondo Assogestioni, l’associazione del risparmio gestito, il sistema fondi è in rosso anche per il mese di marzo. I deflussi infatti saranno di 10,3 miliardi di euro. Restano in positivo le sottoscrizioni per i fondi Liquidità, per il valore di 435 milioni di euro.

Segno meno per la raccolta di fondi hedge, in negativo per 190 milioni, una novità visto che fino a poco fa sembrano aver resistito bene alla crisi del settore. Il patrimonio resta comunque oltre i 36,3 miliardi. I più colpiti dai riscatti restano comunque i fondi obbligazionari con 4,6 miliardi di euro, anche se continuano a rappresentare più del 40% del patrimonio totale.

I deflussi dei fondi bilanciati e flessibili sono pari a 1 e 1,7 miliardi, rispettivamente, mentre per i prodotti azionari le perdite ammontano a 3,3 miliardi di euro.

Unicredit: in attesa della trimestrale, il gruppo appare in forma

Ultima seduta della settimana all’insegna del segno più per i titoli bancari. In pole position Unicredit, che guadagna lo 0,92% a 4,725 euro. Tra le buone notizie riguardanti il gruppo italiano quella del passaggio dei 186 sportelli messi in vendita dietro indicazione dell’Antitrust. L’accordo con le banche popolari (Bpm, Carige, Credem e Bper) dovrebbe essere concluso il 16 aprile e dovrebbe fruttare ad Unicredit 747 milioni.

La richiesta dell’Antitrust era arrivata dopo la fusione con Capitalia, ed il guadagno netto derivante dalla conclusione della vendita dovrebbe degli sportelli dovrebbe essere di 350 milioni circa. Buone notizie anche per quanto riguarda i target 2008: l’ad Profumo ha definito in buona salute il gruppo bancario, ma ha anche messo le mani avanti affermando che è necessario attendere i risultati del primo trimestre.

Bühler: utile netto di 130,2 milioni di franchi

La brioche del mattino? L’inchiostro del giornale? Un piatto di pasta a mezzogiorno? Una birra rinfrescante dopo il lavoro? Sì, in questi prodotti con molta probabilità Bühler ha contribuito alla realizzazione. Oggi, cilindri in ghisa macinano il cereale per ottenere prodotti come farina e semola. Tantissimi molini in tutto il mondo usano la tecnologia e le macchine Bühler; malterie e birrerie beneficiano dell’esperienza e della qualità offerte da Bühler nella lavorazione degli ingredienti. Inoltre Bühler è leader a livello internazionale nella progettazione e costruzione di impianti e macchine per produrre tutti i tipi di inchiostro da stampa. Chi è quindi Bühler? È una multinazionale specialista nella progettazione e realizzazione di impianti e servizi per la trasformazione di materie prime rinnovabili e materiali sintetici in prodotti funzionali di qualità e sostanze pregiate. Ma anche i gusci di telefoni cellulari e computer portatili oggi si ottengono sempre più dalla fusione di metalli su impianti di pressofusione Buhler.

Expo 2015: i progetti per Milano, ma ricordate Italia ’90?

Expo 2015, l’euforia del momento è passata, ora si comincia a guardare al concreto. Quindi via ai progetti e alle idee da sviluppare: Letizia Moratti propone un centro per lo sviluppo sostenibile come simbolo della manifestazione, abbandonando la storica torre. Quindi non un infrastruttura ma un centro di ricerca. Sette anni per mettere in piedi tutto quanto, sembrano tanti ma l’Italia deve continuare a lavorare come ha fatto durante la candidatura, perchè una manifestazione di questo tipo non è a priori un beneficio per il nostro paese; dovrà essere pianificata attentamente, perchè può essere un’opportunità ma deve essere sfruttata bene.

Quindi via ai progetti, che dovranno essere presentati e approvati entro il 2010 ed i lavori conclusi entro il 2014. Quindi abbiamo detto che ci sarà un centro per la cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile, ci sarà anche una torre nella zona nord ovest della città per restare comunque fedeli alla tradizione; sarà inoltre confermato il progetto CityLife, ovvero il piano di riqualificazione del quartiere storico della fiera, con lo sviluppo di un nuovo polo urbano.

Il Comune vuole tenere informati i cittadini ed anche i turisti in visita alla città lombarda sullo sviluppo dei lavori, per cui ha dichiarato di voler installare in una piazza del centro un plastico di 400 metri quadrati da aggiornare ogni volta che sarà conclusa la costruzione di una nuova infrastruttura.

Ancora mutui subprime: Bernanke ammette la crisi

Le borse mondiali da quando sono venuti a galla i primi default di alcune società e fondi hedge americani che hanno puntano sul comparto subprime, hanno subito violenti scossoni, a causa della crisi del comparto immobiliare statunitense. Le conseguenze sono molteplici:

Inoltre gli effetti negativi non sono rimasti confinati al settore finanziario ma avrebbero sconfinato nell’economia reale, attraverso il valore delle attività e l’avvallabilità del credito.

Afferma Ben Bernanke . Negli Stati Uniti è previsto un taglio non indifferente dei posti di lavoro nel settore bancario per i prossimi 12-18 mesi. L’industria bancaria americana tagliera’, nel corso dei prossimi 12-18 mesi, circa 200.000 posti di lavoro. La riduzione dell’occupazione e’, secondo quanto afferma uno studio della Celent, una risposta alla crisi dei mutui subprime.