Non sono solo gli indici a soffrire di “alta volatilità” nella crisi economica attuale: anche nei mercati delle commodities stiamo assistendo a giornate con escursioni notevoli, in particolare il future sul Crude Oil mette a segno una serie di sedute dall’ampiezza pronunciata.
Mentre in certi casi, nonostante la volatilità, stiamo assistendo alla definizione di trading-range, sul petrolio il trend negativo non lascia nessun dubbio agli operatori, che incalzano le vendite giorno dopo giorno: nel solo mese di ottobre il future ha perso circa il 33% del proprio valore, passando da 100,65 a 67,725 dollari per barile. Il mese di Novembre sembra continuare il ribasso senza esclusioni di colpi: attualmente la candela weekly segna una performance di quasi -13%.
Il grafico daily mostra un discreto trading range formato dalle giornate comprese tra il 27 Ottobre e il 4 Novembre: sembra sia avvenuta una rottura al ribasso di quest’area, proprio nelle ultime sedute, il che non fa che confermare il trend ribassista iniziato a Luglio 2008.
L’obbiettivo finale rimane sempre 47 dollari al barile, che verranno smentiti solamente al comparire di forti pattern di inversione, supportati da volumi di scambi consistenti.
L’unico livello di resistenza che separa il valore attuale dal target indicato, è posizionato a 56,6 dollari al barile. Si tratta comunque di un area non importante che potrà essere superata con facilità dai prezzi.
Da mantenere quindi le posizioni short in essere, fino al prossimo segnale di inversione, mentre è sconsigliato a questo punto l’entrata in posizioni di medio periodo poiché il rapporto rischio/rendimento non è più favorevole.
È inoltre importante monitorare costantemente anche il cambio euro/dollaro, il cui andamento rispecchia quello del crude oil dall’inizio del ribasso. Data la correlazione tra i due, mantenere quindi sempre entrambi i grafici aggiornati, sia daily che weekly al fine di avere un doppio controllo sui possibili sviluppi e segnali di inversione.