Con una decisione forse un pò a sorpresa l’Opec, riunito al Cairo, ha deciso di mantenere gli attuali livelli di produzione di petrolio, malgrado il calo vistoso dei prezzi avesse fatto pensare alla possibilità di una ulteriore riduzione nella produzione. L’obiettivo, infatti, dei paesi produttori sarebbe quella di assestare il prezzo del greggio intorno ai 75-80 $ al barile, ben lontano dai 54 della chiusura di Venerdi. La decisione è stata presa malgrado l’opposizione di alcuni paesi come il Venezuela e sopratutto Iran, che spingono invece per una riduzione di almeno un milione di barili al giorno. La decisione però potrebbe essere presa il prossimo mese, in occasione dell’assise prevista ad Algeri il 17 Dicembre. La riduzione di 1,5 milioni i barili decisa il 24 Ottobre scorso, infatti, è ritenuta insufficiente considerando come il prezzo del greggio abbia da quel momento continuato la sua inesorabile discesa. Ma sicuramente l’ultima voce in capitolo la varà il primo produttore al mondo, l’Arabia Saudita.
Il re Abdallah – in un’intervista rilasciata al quotidiano saudita Al Sieyssah – ha definito “equo” un prezzo di 75 dollari. D’altra parte, il sovrano ha ricordato che
i redditi petroliferi restano la principale risorsa dei bilanci dei paesi della regione, proprietari di un terzo delle riserve mondiali
Si vedrà quindi quali saranno le decisioni che verrano prese il 17 ad Algeri. resta il fatto che senza un riduzione drastica della produzione, secondo molti analisti il prezzo del petrolio è destinato a scendere anche sotto i 40 dollari al barile. Ma questa discesa dei prezzi anche dopo un vistoso calo nella produzione ha lasciato perplessi molti osservatori in merito alla vera efficacia di queste misure e sopratutto sulla sua effettiva messa in atto. Proprio per questo secondo il FInancial Times l’Opec ha deciso di raforzare i controlli sui paesi produttori e sulla sua effettive quote di produzione e di esportazione del greggio.