Il petrolio scende di nuovo ai minimi da tre mesi a questa parte, e si attesta a 50,30 dollari al barile, per il Brent, mentre il WTI scende a quota 47,6 dollari al barile. A far scendere di nuovo il prezzo del greggio, sono ancora le stime delle scorte USA, che si dimostrano superiori alle attese. Come in passato, il surplus di scorte degli Stati Uniti, mette pressione ai prezzi, abbassandoli, e la reazione prossima sarà la consueta riduzione della produzione da parte dei paesi OPEC, per poter rarefarre il mercato ed alzare un po’ il prezzo. Un taglio alla produzione OPEC è già previsto per giugno, ma più che probabile che questa riduzione venga accentuata, visto che il precedente accordo con gli altri paesi produttori, che prevedeva un taglio di 1,8 milioni di barili, ha avuto un effetto risibile. Le scorte non sono scese come sperato, e il Brent è tornato sotto alle quotazioni del 30 novembre scorso, precedenti agli accordi, così come il WTI. Gli accordi non hanno avuto chiaramente effetto sul lungo termine, nonostante il consumo americano sia aumentato. A febbraio si era registrata una quotazione superiore ai 54 dollari per il Brent, ma è stato evidentemente un fuoco di paglia, svanito appena i dati sulle scorte USA sono stati pubblicati.