Si accende il dibattito secondo cui l’Iran potrebbe aver pianificato e avviato sperimentazioni per un ordigno nucleare. A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) sui programmi nucleari di Teheran, arrivano prontamente le reazioni soprattutto da parte di Stati Uniti e Israele, che non escludono anche un possibile attacco militare verso l’Iran. Il Paese però respinge la veridicità del rapporto dell’AIEA, sottolineando l’imparzialità dell’Agenzia e accusando il documento di essere “squilibrato, non professionale e politicamente motivato”. Mahmud Ahmadinejad, parlando alla tv di Stato, ha voluto sottolineare che l’Iran non ha assolutamente bisogno di un ordigno nucleare e che la loro battaglia non sarebbe fatta di bombe o missili, ma con un mezzo forse meno pericoloso, ma ugualmente sconvolgente: il petrolio.
Ahmadinejad, durante la sua intervista, ha poi ricordato che gli USA, i quali non hanno esitato a puntare il dito contro l’Iran per una probabile bomba atomica in via di progettazione, di armi di questo tipo ne posseggono già 5.000, per le quali spendono oltre 81 miliardi di dollari, contro i 250 milioni dell’intero programma nucleare atomico. Non sembra essere convinta delle dichiarazioni iraniane la comunità internazionale e perchè il Paese cessi di puntare ad armi nucleari “che mettono in pericolo la pace nel mondo”, gli Stati Uniti ed Europa potrebbero di imporre delle sanzioni sull’acquisto del petrolio iraniano:
Se USA ed Europa imporranno delle sanzioni contro il petrolio e il gas iraniani – ha però sottilineato Fathipour, capo della commissione economica del Parlamento iraniano – , il prezzo del barile di petrolio schizzerà a 250 dollari.
Le tensioni con l’Iran non sono da sottovalutare, ricordiamo che é secondo Paese produttore dell’Opec dopo l’Arabia Saudita e questi conflitti hanno fatto aumentare il prezzo del petrolio negli ultimi giorni: sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 101,11 al barile, segnando un aumento del 3,43% sulla settimana.
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