Quanto costano all’Italia i dazi decisi da Donald Trump sui prodotti da lui ritenuti “a rischio”? Mentre politicamente viene paventata vicinanza, quale è la verità economica dietro la politica protezionista americana?
Il costo dei nuovi dazi di Trump
E’ facile dimenticare, mentre Donald Trump fa clamore nella sua battaglia contro la Cina, quanto i dazi applicati nei confronti dei nostri prodotti pesino sulla nostra economia. E si parla di regolamentazioni presentate questo mese che già da sole fanno sfumare ben 4,5 miliardi di euro pari, come sottolineato da Il sole 24 ore, a ben oltre il 9% dell’export italiano negli Stati Uniti. Un’amicizia costosa quella con l’alleato oltremanica. I numeri sono stati indicati dal sottosegretario allo Sviluppo economico con delega al commercio estero, Michele Geraci, nel corso degli incontri avuti a Washington con l’Ustr, l’Ufficio del rappresentante speciale al commercio.
Vendetta contro l’Europa i nuovi dazi di Trump
In materia economica sembra strano parlare di vendetta ma è proprio ciò che sono i dazi voluti da Donald Trump: in questo caso specifico la colpa dell’Europa è quella di aver dato aiuto al consorzio europeo degli aerei Airbus. L’Italia, a quanto pare sarebbe lo stato più colpito nella ripartizione della tassazione dopo la Germania. Ed attenzione: questa nuova lista di prodotti “anti Airbus” segue i dazi già applicati di acciaio ed alluminio di cui noi siamo forti esportatori nei confronti dell’America e quelli prospettati ma non ancora attivi relativi al mercato dell’auto.
Per comprendere l’impatto basta visionare i calcoli elaborati dagli uffici tecnici del ministero dello Sviluppo economico sulla base di dati delle dogane Usa: l’Italia perderebbe 5,07 miliardi su 54,7 di export, la Francia 8,1 su 52,4, la Germania quasi 4,5 su 125,9.
Settore alimentare e nuovi dazi di Trump
Al presidente americano Donald Trump non interessa che molti dei prodotti sui quali ha applicato i dazi sono ormai di uso e consumo pressoché quotidiano per la popolazione. Nella prima lista di prodotti colpiti appaiono infatti il pecorino e prosecco: in questo nuovo elenco altri alimenti sono stati inseriti per ciò che concerne soprattutto formaggi e vini e liquori, due mercati nel quale l’export tra Italia e Stati Uniti è sempre stato fiorente. L’italia viene in questo modo colpita a tutto tondo, addirittura chiamando in causa la moda, il materiale da costruzione, i metalli e la cosmetica: secondo i dati del ministero in generale il mercato dei vini subirebbe perdite pari a 2,3 miliardi di dollari mentre quello alimentare quasi 1,3 miliardi. Un conto davvero salato.