L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, è un vero e proprio fiume in piena in questi giorni: dopo l’annuncio del suo incarico prolungato almeno fino al 2015 e qualche accenno a una sua possibile e futura sostituzione, la giornata di ieri è stata dedicata ad altri discorsi. Il Salone dell’Auto di Detroit è foriero di interventi importanti e l’ultimo in ordine temporale ha riguardato le strategie commerciali del Lingotto. In effetti, la casa torinese e la Chrysler, il celebre alleato americano, hanno compreso che il mercato automobilistico di questo nuovo anno sarà sostanzialmente simile a quello del 2011, quindi è quantomeno necessario ricercare un terzo partner che possa condividere in maniera piena gli sforzi industriali del duo italo-statunitense, oltre ai vari costi di sviluppo che sono necessari per i nuovi modelli.
Al momento, però, l’identikit è piuttosto sfocato e non si possono azzardare ipotesi su chi sarà l’azienda che si potrebbe associare alle politiche della Fiat; molto probabilmente, però, il cerchio si restringerà al continente europeo e a quello asiatico. Tra l’altro, la stessa Fiat non ha ancora avviato alcun colloquio specifico in tal senso, quindi qualsiasi nome sarebbe sicuramente azzardato. C’è però da precisare che Marchionne ha confessato quelli che sono gli obiettivi di breve termine del gruppo: la previsione di vendita compresa tra 5,9 e 6 milioni di autovetture da conseguire nel 2014 potrebbe essere disattesa, visto che mancheranno all’appello ben 300mila veicoli del totale in questione, una differenza dovuta principalmente alla crisi economica che sta ancora sconvolgendo il Vecchio Continente.
Tutto dipenderà, quindi, dai trend e dalle performance del mercato europeo, non proprio brillante negli ultimi tempi: qualche spiraglio in più potrebbe aprirsi, al contrario, in Brasile e negli Stati Uniti, nonostante anche questi ultimi due target debbano essere necessariamente ridimensionati, con le ultime previsioni del 2011 che si erano rilevate eccessivamente ottimistiche.
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