In questo periodo di forte crisi finanziaria l‘Italia oltre ad un peggioramento dell’economia rischierebbe di affrontare un altro grande problema: le banche estere potrebbero presto decidere di uscire dal panorama italiano. Lo afferma Guido Rosa, presidente dell’Associazione banche estere in Italia (Aibe), spiegando che l’Italia attualmente, in piena crisi economica, appare un Paese poco attraente. Secondo Rosa, infatti, gli istituti di credito esteri presenti in Italia si trovano ad affrontare grandi svantaggi di varia natura: fiscali, burocratici e logistici. Le banche estere, dunque, a causa della crisi finanziaria, dovendo gestire al meglio il proprio patrimonio potrebbero diventare maggiormente selettive e scegliere di allontanarsi dal mercato italiano per approdare in Paesi che offrono rendimenti maggiori. Il presidente dell’Aibe ha denunciato, inoltre, che la maggiore difficoltà che grava sulle banche estere in Italia è la forte pressione fiscale che è superiore alla media europea di sette punti percentuali.
Secondo i dati dell’Aibe, queto distacco con il resto dei Paesi europei è dovuto anche all’introduzione della Robin Hood Tax che ha causato un incremento della pressione fiscale in Italia di oltre il 14%. Per quanto riguarda il carico fiscale l’Associazione banche estere in Italia ha chiesto un confronto con il Governo auspicando una riduzione della pressione fiscale.
Alla luce di tali stime -spiega il presidente dell’Aibe, Guido Rosa– se la remunerazione dell’attività di finanziamento scende al di sotto di determinati spread netti dopo le imposte, le nostre associate potrebbero essere indotte a ripensare l’utilità della permanenza nel nostro Paese.
Visto che le banche estere sceglieranno di allocare i propri capitali in mercati che propongono maggiori rendimenti, l‘Italia, sempre secondo l’Aibe, deve riuscire ad offrire agli istituti di credito condizioni concorrenziali rispetto ad altri Paesi per far si che essi decidano di rimanere nel nostro Paese.
Si tutte le banche estere scapperanno si trasferiranno tutte in Romania, alcune anche in Bulgaria……ma non si possono sentire queste cose…davvero ora basta!!! Dateci un Taglio con le cavolate.
Caro signor Luca,
le cose riportate in questo articolo non sono frutto di una mia personale invenzione ma delle dichiarazioni di una figura autorevole come il presidente dell’Aibe che forse, mi permetta, ne sa giusto un pò di più di lei. In ogni caso non si tratta di cetezze ma di una possibilità purtroppo reale, e da non sottovalutare, che potrebbe concretizzarsi in questo periodo di forte instabilità economica.